Ricominciamo insieme: seminare speranza oltre la pandemia

“Tante persone che si presentano per chiedere aiuto non le avevo mai viste”. La pandemia, come uno tsunami, ha travolto anche famiglie “normali”, costringendole a rivolgersi alla Caritas per chiedere una mano. “Ci sono persone che lavoravano e si sono ritrovate in cassa integrazione, senza reddito per mesi, senza risorse per arrivare a sera”. Ci sono anche tanti bambini in difficoltà: “Abbiamo scoperto che alcuni mangiano solo per una volta al giorno, alla mensa scolastica”.

Mettono i brividi i racconti dei volontari del fondo “Ricominciamo insieme” della diocesi di Bergamo in collaborazione con la Caritas bergamasca, con risorse stanziate dalla Cei con l’8 per mille e con il sostegno di Intesa San Paolo, nato per aiutare le tante persone che, durante il periodo del Covid-19 hanno perso il lavoro e hanno dovuto chiudere o ridimensionare la propria attività. Sono oltre duecento persone che in modo spesso altrettanto inaspettato hanno trovato risorse di tempo ed energia per mettersi a servizio degli altri.

Sedute allo sportello di ascolto, hanno scoperto l’importanza della loro attività: “Ascoltiamo senza giudicare, il primo passo è accogliere”. Rappresentano, ognuna con i mezzi che ha a disposizione, a modo suo, il volto della “chiesa in uscita”, pronto a scendere in trincea e a farsi “ospedale da campo” come da sempre chiede Papa Francesco.

Anche i volontari sono mamme, papà, giovani, pensionati, persone che hanno risposto agli appelli dei loro parroci e si sono messe in gioco nelle loro comunità, spesso senza guardare l’orologio: “Lo sportello è aperto dalle 15 alle 17 ma noi arriviamo prima e quando finiamo ormai sono le 19…”.

A quali richieste può rispondere questa iniziativa? Per le famiglie possono essere erogate somme per le spese per l’abitazione, alimentari, per l’educazione, per la cura delle persone disabili per nuclei che hanno entrate inferiori a 400 euro a persona. Le piccole imprese, invece, hanno a disposizione fino a ventimila euro nel caso in cui abbiano subito un calo almeno del 50% del proprio reddito e/o fatturato. Il fondo è aperto fino a dicembre 2020. 

Non ci sono, però, solo i bisogni materiali, ma un senso profondo di smarrimento, di solitudine, di avere qualcuno vicino: non è facile chiedere aiuto, soprattutto per chi finora è riuscito ad andare avanti contando sulle proprie forze, anche se con fatica. “Nessuno pretende nulla, raccontano con pudore, con molta dignità”. E quando riescono a farlo scoprono di poter trovare davvero nella parrocchia “una casa aperta a tutti”, in cui ricevere sostegno, conforto e amicizia, “e ciò che è più importante è che non giudichiamo nessuno”. Un gesto d’aiuto genera speranza in chi lo fa e in chi lo riceve: “Ho considerato un privilegio poter ascoltare le loro storie – racconta una volontaria -. Ogni volta sono tornata a casa con gioia”. Per informazioni  e per conoscere i requisiti e le modalità per inviare le richieste: https://www.ricominciamoinsieme.net.