Cornabusa, “Luogo del cuore” del Fai. Un progetto per valorizzare il santuario

Il Santuario della Madonna della Cornabusa a Sant’Omobono Terme, in provincia di Bergamo, è arrivato al quarto posto nella nona edizione del censimento “I Luoghi del Cuore del Fai” nel 2018, grazie alla mobilitazione di un gruppo di volontari della Parrocchia di San Bernardino da Siena di Cepino, della comunità montana Valle Imagna, dell’Infopoint Valle Imagna e della Pro Loco di Sant’Omobono Terme. Nasce da questo importante risultato un progetto per valorizzare questo luogo, meta ogni anno di migliaia di pellegrini.

Questo progetto – proposto sul Bando I Luoghi del Cuore dalla Parrocchia di San Bernardino da Siena di Cepino – è sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo con un contributo di 9.000 euro. Permetterà di valorizzare il luogo attraverso la promozione del Santuario e del suo contesto paesaggistico e storico, con l’obiettivo di approfondire e consolidare il suo legame con il territorio, restituire ai pellegrini un’esperienza di visita a 360 gradi, coinvolgendo anche un pubblico più giovane.

Il Santuario della Madonna della Cornabusa si trova a Sant’Omobono Terme, in frazione Cepino, incastonato in una zona impervia, nel verde del valico prealpino del Pertüs, sul versante destro della Valle Imagna, precisamente lungo il dorsale del monte Albenza, a 658 metri sul livello del mare: un territorio di grande spiritualità e fede religiosa.

La cavità, lunga 96 m e larga 20 m è un vero e proprio luogo di culto naturale, in cui gli elementi dell’acqua, della luce e della roccia la rendono esclusiva. La sua meravigliosa caratteristica era nota anche a uno dei suoi più cari visitatori, Angelo Giuseppe Roncalli, San Giovanni XXIII, che definì questa “basilica rupestre” “il Santuario più bello che esiste, perché non l’ha fatto la mano dell’uomo, ma Dio stesso”.

Le origini del luogo risalgono ai tempi delle tumultuose lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra il 1350 e il 1440, quando alcuni abitanti della zona, per sfuggire alle violenze, si nascosero in una ‘corna busa’, che nel dialetto locale significa cavità naturale. Una donna anziana molto religiosa avrebbe portato con sé nella grotta la statua della Madonna Addolorata, alla quale il gruppo di rifugiati avrebbe rivolto le proprie invocazioni.

La devozione accresce in seguito al primo miracolo, in cui una pastorella sordo-muta, rifugiatasi nella grotta con il suo gregge da un temporale, ritrova la sua voce.

Proprio in questo luogo, nel corso dei secoli a partire dal ‘500, fu edificato il santuario dedicato al culto della Madonna della Grotta, che in seguito divenne Madonna della Cornabusa.

Attorno alla grotta sacra del Santuario si è sviluppato inoltre un sistema di accoglienza (la Casa del Pellegrino) e di attrazione per i visitatori: il Museo del Santuario ospita le antiche tavolette ex voto dei devoti, che nei secoli hanno frequentato questo luogo, assieme ad altri oggetti liturgici di grande importanza storico-artistica.

Accanto al museo si possono inoltre visitare le stanze dove ha risieduto Angelo Giuseppe Roncalli durante le sue visite al Santuario, fino a poco prima dall’elezione al soglio pontificio: per tale motivo il Santuario rientra tra i Luoghi Giovannei e quindi meta importante per i devoti a San Giovanni XXIII.

È dunque ancora oggi un punto di riferimento per fedeli, visitatori e abitanti della valle, che lo vivono come luogo di fede e di devozione collettiva, ma anche di aggregazione e di identità, di sicurezza e di speranza. La valorizzazione del Santuario della Madonna della Cornabusa diventa così una grande forma di auspicio per la ripresa di un futuro migliore per l’intera società.   

L’intervento di valorizzazione del luogo curato da Moma Comunicazione S.r.l. ricreerà e valorizzerà la rete di percorsi al Santuario, facilitando e diversificando l’accessibilità al luogo. L’uso di nuove tecnologie per la comunicazione permetterà di restituire ai pellegrini una visita in loco più fruibile. La digitalizzazione, strumento essenziale soprattutto in questo difficile momento, permetterà la fruizione di contenuti e materiali video, regalando a tutti momenti di spiritualità e cultura, e immersioni nel meraviglioso paesaggio in cui si trova il Santuario.

La ricerca dei percorsi esistenti e l’individuazione di nuovi porterà ad una mappatura di cammini di diverso genere per i diversi target: dal percorso spirituale interno della grotta a quelli naturalistici per gli sportivi, al cammino che collega il Santuario di Sotto il Monte (paese natale di Papa Giovanni XXIII) al Santuario della Cornabusa. Un vero e proprio sistema di cammini riuniti in un’unica App, quella di Orobie Active, dell’omonima rivista, che ormai da anni è nota per gli itinerari a piedi, con mappe, descrizioni, punti di interesse, ricettività e consigli pratici per trasformare un’escursione in una grande esperienza.

Saranno collocati sul posto anche pannelli didattici per le informazioni generali sui percorsi e vere e proprie mappe cartacee che accompagneranno il visitatore nel suo cammino preferito.

Un nuovo sito internet accoglierà tutte le informazioni relative al Santuario della Cornabusa e sarà di supporto agli attuali e ai futuri pellegrini. Inoltre sarà uno strumento di promozione del territorio locale dando avvio a una rete di partenariati locali.

“Tantissimi fedeli giungono al Santuario da tutta la bergamasca, dalla Lombardia, da varie parti d’Italia e anche dall’estero – osserva don Alessandro Locatelli, parroco e rettore del Santuario della Cornabusa –. La definizione “I Luoghi del cuore” ci è sembrata particolarmente adatta per il Santuario: il riferimento alla Madonna Addolorata da sempre tocca il cuore delle persone e in particolare di chi soffre;  la presenza di migliaia di pellegrini testimonia che Maria non smette di parlare al cuore della gente, in particolare dei più semplici. Grazie al FAI che attraverso questa iniziativa permette ai cittadini di dimostrare il proprio amore per i luoghi ai quali tengono e appartengono, a chi l’ha proposta e portata avanti e a tutti coloro che l’hanno sostenuta!”

I volontari hanno un ruolo di primo piano in questa storia, come ricorda Renzo Frosio, uno dei volontari del Comitato “Amici della Cornabusa”:Presentatasi l’opportunità del FAI, abbiamo creato il comitato, ritrovandoci coinvolti in un “gioco scommessa”. Incoraggiati, sempre più fiduciosi e stimolati da questa raccolta, ci siamo impegnati maggiormente coinvolgendo tutti i pellegrini, raccogliendo le loro firme e informandoli di questa grande iniziativa. È così che con la costanza siamo riusciti a stimolare anche altri volontari arrivando a raccogliere 47.936 voti. Ci aspettiamo che il Santuario della Cornabusa venga maggiormente conosciuto in ambito nazionale e che possa essere frequentato da un numero sempre maggiore di pellegrini. Promuoveremo il FAI, che ogni giorno attraverso la sua missione promuove la cura e la tutela del patrimonio del nostro Paese.”

l Santuario della Madonna della Cornabusa è il quinto Luogo del Cuore bergamasco a ricevere un finanziamento da parte del FAI – Fondo Ambiente Italiano: Grazie ai moltissimi voti raccolti nell’edizione 2018 del Censimento – dice Claudio Cecchinelli, Delegato FAI Bergamo e al progetto di scoperta e valorizzazione predisposto dal Comitato che ha sostenuto la candidatura, incarnandone lo spirito, questo luogo, tanto caro agli abitanti della sua valle, potrà essere elevato all’attenzione dei bergamaschi, che spesso ne conoscono solo il nome, e soprattutto dell’Italia intera. Una candidatura che ha sposato appieno i valori del Censimento e del FAI: si protegge ciò che si ama e si ama ciò che si conosce, e la Cornabusa una volta scoperta non può che essere amata.”

Il Santuario della Madonna della Cornabusa in questi giorni accoglie il presepe donato dagli “Amici del Presepe di Cerete”. La ricostruzione, in scala 1:50, è stata collocata sull’altare del Santuario, in cui si è ricreato l’effetto del giorno e della notte, mentre il laghetto retrostante assume la colorazione azzurra, grazie all’uso di luci specifiche. A tale allestimento è stato aggiunto, sul lato destro dell’altare, un arazzo che rappresenta la Natività. L’esposizione permette di girare intorno all’opera, in modo da permetterne una visione completa. Il Santuario è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 16.30.