Il cibo e la spiritualità: gli elementi del pensiero da cercare anche nel piatto

La proposta di lettura della Biblioteca del Seminario Giovanni XXIII di questa settimana riguarda un saggio di Antonio Gentili e Marilena Bogazzi, Cibo (e sesso). Natura, cultura, spiritualità (Ancora).

Il libro scritto a quattro mani da padre Antonio Gentili, esperto di pratiche meditative legate al digiuno, e Marilena Bogazzi, presidente nazionale dell’Associazione Cattolici Vegetariani, invita il lettore a riflettere sulla valenza religiosa, rituale e sociale del cibo, ma anche sui nessi esistenti tra alimentazione e sessualità da un punto di vista spirituale e simbolico.

In particolare, il saggio si costruisce a partire da un intreccio tra riflessione sociologica sul tema del vegetarianesimo in ambito cristiano e analisi biblico-spirituale delle pratiche alimentari.

Nella prima parte, Gentili sottolinea la molteplicità degli aspetti che coinvolgono la riflessione intorno al cibo e il suo carattere olistico: esso configura la nostra identità, coinvolge la dimensione mentale, relazionale e affettiva, è frutto di educazione e disciplina, può avere un carattere terapeutico e implica un costante riferimento alla società e al cosmo. L’autore si sofferma poi sulla necessità di considerare l’atto del mangiare come esercizio spirituale quotidiano e come dono da assumere con gratitudine e in modo equilibrato. Diversi sono, nel testo, i richiami a pratiche meditative, come il Mindful Eating, e ad altre tradizioni religiose e filosofiche, così come numerosi sono gli approfondimenti relativi al tema nelle Scritture.

La stessa Bogazzi, nella seconda parte del saggio, indaga il rapporto tra l’uomo e la creazione analizzando passi biblici, testimonianze di santi e regole monastiche – senza tralasciare le grandi tradizioni sapienziali e spirituali non cristiane – per individuare i molti riferimenti al doveroso rispetto verso tutti gli esseri viventi, anche attraverso scelte alimentari consapevoli.

Del resto, secondo gli autori, anche per raggiungere un benessere personale integrale, si rende necessaria un’equilibrata gestione dei bisogni alimentari (e sessuali) e, senza dubbio, la loro analisi sembra avvalorare la celebre affermazione dell’antropologo Claude Lévi-Strauss secondo cui “il cibo è tanto buono da mangiare come da pensare”.

Chiara Maino

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