In Val Cavallina c’è Ecummè: un ponte per il dialogo tra diverse tradizioni e culture

Si chiama Ecummè e ormai ha una storia solida sulle spalle in Val Cavallina. Una commissione per mettere insieme le forze di diversi enti del territorio e lavorare insieme su un tema che a tutti sta a cuore. Una rete pensata per accogliere e accompagnare, che nel tempo si è fortificata ed è cresciuta.

A ricordare la genesi di questo gruppo è Giorgio Cortesi, uno dei laici che ne costituiscono l’anima: “Ogni anno, fino alla nuova riorganizzazione dei vicariati, l’ufficio per la pastorale dei migranti della Diocesi organizzava un percorso lungo un anno intero che accompagnava il vicariato alla giornata finale, la GMMR (Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato), che si celebrava il 18 gennaio di ogni anno. In questo anno il vicariato venina invitato e accompagnato a interrogarsi e a riflettere sul tema delle migrazioni”.

Fino al 2014 il lavoro riguardava solo le parrocchie, in quell’anno la scelta dei sacerdoti del vicariato fu di coinvolgere in questo percorso tutto il territorio, estendendo l’invito oltre ai rappresentanti di parrocchie e oratori anche ad amministratori, associazioni e alle realtà organizzate di migranti, insieme a tutte le persone di buona volontà.

“È stata una scelta coraggiosa ma una scelta generativa – ricorda Giorgio -. Don Massimo Rizzi e Giancarlo Domenghini hanno aiutato un gruppo di persone che fino allora non si conoscevano, proprio per la diversa provenienza, a lavorare insieme e il prodotto finale è stato ottimo. La sintonia raggiunta e le convinzioni sulla necessità di consolidare il lavoro iniziato hanno portato il gruppo costituito a decidere di continuare il lavoro che, abitualmente sugli altri territori, si concludeva con il 18 gennaio; da quel giorno ci siamo denominati commissione Ecummè”. Un nome che ha in sé una duplice ascendenza. “Dal greco ‘ecumene’ (la casa dove tutti viviamo) o dal dialetto ‘e con me’ (vieni con me)”.

Dal 2016 l’Ambito della Val Cavallina ha chiesto alla commissione di operare anche come “commissione delle cittadinanze” e da allora la commissione è coinvolta nelle attività del Consorzio Val Cavallina ogni volta che sul tavolo ci sono questioni che riguardano l’intercultura, andando a consolidare l’impegno dello stesso nell’operare per favorire la conoscenza e la convivenza delle persone che abitano la val Cavallina.

“I nostri interlocutori sono le parrocchie e i comuni della val Cavallina, informiamo periodicamente l’assemblea dei sindaci della val Cavallina e i sacerdoti della Cet del nostro lavoro. Parte attiva delle commissione è la realtà di Montello: nonostante la riorganizzazione delle CET abbia portato il paese di Montello nella CET di Seriate, continua il proprio lavoro come parrocchia e comune all’interno della commissione . Da quando l’Ambito ha sottoscritto il progetto SPRAR un educatore del progetto e anche la coordinatrice dei corsi di alfabetizzazione della valle partecipano ai lavori della commissione. Don Sergio Gamberoni dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti oltre a partecipare, quando non è impegnato su altri fronti, ai nostri incontri mensili, da alcuni mesi ha offerto la disponibilità ad accoglierci all’interno dell’abbazia di san Paolo d’Argon negli spazi di Fileo, un modo per riconoscere la specificità del lavoro della commissione. Sintetizzando l’obiettivo della commissione è mantenere presente su tutti i fronti la necessita di operare per costruire buona convivenza”.

La commissione è formata da volontari delle parrocchie, rappresentanti delle amministrazioni comunali, sacerdoti e cittadini stranieri. Le iniziative prodotte in questi anni sono state tante. “Abbiamo organizzato su diversi territori la GMMR; abbiamo avuto collaborazioni interessanti con l’Istituto Lotto di Trescore (per il progetto ‘Le costellazioni’) e con l’ABF di Trescore (per la progettazione e costruzione del logo GMMR). Con l’Istituto comprensivo di San Paolo e Cenate abbiamo costruito la ‘settimana dell’accoglienza’, un’iniziativa triennale che coinvolge tutte le scuole dei due comuni e buona parte delle associazioni culturali e sportive, insieme ad amministrazioni e oratori, con percorsi che favoriscono la conoscenza e la convivenza per tutti i bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. Sosteniamo e partecipiamo attivamente alle proposte organizzate da Fileo e un componente di Ecummè partecipa ai lavori della CET nella terra esistenziale delle cittadinanze”.

E nei giorni scorsi Ecummè ha aperto anche una propria pagina facebook, con l’obiettivo di rilanciare la propria missione e intercettare nuovi interlocutori anche in questi periodo difficile segnato dalla pandemia.