Grassobbio, i ragazzi dell’oratorio mandano disegni e pensieri ai pazienti in ospedale

Hanno trascorso le festività in ospedale, lontano dai propri famigliari, ma circondati, oltre che dalle cure attente del personale sanitario, dal calore dei bambini del percorso di preparazione alla prima confessione della parrocchia di Grassobbio, che attraverso disegni natalizi e pensieri di incoraggiamento hanno voluto far sentire la propria vicinanza ai pazienti della terapia subintensiva Covid – 19 dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
L’idea è nata grazie a Manuela Caglioni, di Grassobbio, infermiera in questo ospedale, che sin dalla prima ondata della pandemia ha lavorato in terapia intensiva e da dicembre nel reparto di terapia subintensiva, dove si trovano i pazienti in fase di recupero. “Un mese fa durante una notte insonne, ho pensato che sarebbe stato bello se i bambini avessero realizzato dei disegni per portare un po’ di atmosfera natalizia in ospedale – racconta -. Sono pazienti che hanno bisogno di essere confortati e sostenuti dal punto di vista psicologico, dopo quello che hanno passato. Mio figlio, che è in quarta elementare, ed era molto preoccupato nei mesi scorsi che potesse accadermi qualcosa, aveva bisogno di fare qualcosa con i suoi compagni, anche se a distanza. In questo modo ho unito i miei due mondi, familiare e professionale. Ho contattato le catechiste di Grassobbio, che sono state fantastiche nel coinvolgere i ragazzi, il curato e il parroco, chiesto l’autorizzazione per questa iniziativa alla mia coordinatrice”. L’entusiasmo non è mancato: una cinquantina i bambini, tutti di quarta elementare, che hanno aderito con gioia all’appello, mettendosi all’opera. Così disegni raffiguranti babbo natale, slitte, angeli, candele accese e alberi di Natale sono arrivati ai pazienti. Disegni colorati e con frasi di incoraggiamento: “Guarite presto”, “Un abbraccio” “Vi vogliamo bene”, “Non mollate, coraggio”, sono alcune delle frasi scritte dai bambini. “I pazienti sono stati contenti – prosegue l’infermiera -: in questo modo hanno ricevuto un po’ di leggerezza e conforto e abbiamo reso l’ambiente un po’ più caldo, abbellendolo con questi disegni. C’è stata anche una paziente che ha scelto il disegno di un angelo per portarlo a casa, dicendo che quando è uscita dal coma ha sentito come se qualcuno la sollevasse e le desse la forza per andare avanti, proprio come un angelo. Ho avuto rimandi anche dai bambini e dalle loro famiglie, sono stati felici di aver potuto partecipare a questa iniziativa”. Alcuni disegni sono stati appesi anche nei corridoi di terapia intensiva ed è stato realizzato un breve video per ringraziare i bambini del loro gesto. “Quando Manuela ci ha proposto questa iniziativa per far sentire la nostra vicinanza ai malati di Covid – racconta Wilma, catechista di quarta elementare, parlando a nome di tutte le catechiste che li seguono – abbiamo visto un’opportunità per i bambini, un modo per poter condividere la gioia del Natale, un Natale certamente diverso dal solito, per  poter stare vicino a queste persone in un momento particolare della loro vita. Dovremmo imparare dai bambini a farci coinvolgere: hanno risposto in maniera massiccia, spesso mettendo in gioco anche i fratellini e i genitori. Il mistero del Natale è stato avvolto dalla parola semplicità: la semplicità di Dio che si fa bambino, di Maria e Giuseppe, una delle tante coppie semplici di questo periodo”. E prosegue: “Ci siamo detti che i nostri bambini hanno incarnato in pieno questa parola: un gesto così piccolo, ma prezioso, partito dal loro cuore e che ha toccato il cuore di queste persone ricoverate. E’ nella semplicità che passa l’agire di Dio: da una semplice proposta si è innescata una catena di bene, che da Grassobbio ha toccato più persone. Guardando i disegni, mi ha colpito molto la cura nel realizzarli e i pensieri che hanno scritto. Il cammino di catechesi è diverso da quello dello scorso anno, ma non meno ricco e con molta voglia di condividere”.