Gabriella Angeloni, volontaria al “Posto Caldo”: “Donare tempo agli altri senza giudicare”

“A noi volontari al servizio mensa Posto Caldo, don Fausto ha insegnato l’importanza di farsi dono per gli altri senza giudicare, per garantire dignità alle persone con grave marginalità e fragilità e ricordarci che lì in stazione, i padroni di casa sono loro: gli ultimi”.

Gabriella ha cominciato il suo servizio di volontariato in stazione nel febbraio del 2007. Ora continua il suo servizio ogni venerdì sera ed è anche la segretaria dell’associazione In strada. 

“Io sono anche una crocerossina, nel 2007 una mia consorella doveva partire con i padri del PIME per andare in missione in Tailandia. Lei faceva da tempo il servizio in stazione e mi ha chiesto di sostituirla. Ho cominciato da lì e l’ho sempre portato avanti, conoscendo anche la realtà della comunità don Milani di Sorisole”. 

La testimonianza di don Fausto l’ha segnata e la spinge ogni settimana, il venerdì sera, a rinnovare il suo impegno. Un servizio con cui divenire segno tangibile della provvidenza e della carità di numerosi benefattori. “Tutti noi volontari, soprattutto nel corso dell’ultimo decennio, abbiamo notato un cambiamento nell’approccio della maggior parte degli ospiti nei confronti di questa realtà di sussistenza. La crudeltà della vita illegale, non riconosciuta e spesso solitaria, rende l’uomo più violento e irrispettoso di ogni regola. Don Fausto ci ha sempre incitato a guardare oltre l’apparenza, cercando l’umana richiesta di aiuto che molti si vergognano ad esprimere, ci ha insegnato che pazienza e perseveranza, unite a fermezza e gentilezza, superano molte difficoltà. Per questo la mia personale esperienza di carità vuole essere instancabile, operosa, gentile”.

Un servizio in prima linea nel mondo della povertà e dell’emarginazione. Con tutte le difficoltà che comporta stare in strade. “Certamente non è facile accettare arroganze e prepotenze, insulti e sberleffi, talvolta il rispetto non è neppure un atteggiamento ovvio, anzi è palesemente assente. Poche sembrano le soddisfazioni personali nel fare questo servizio, ma la carità si nutre di piccoli gesti silenziosi. Un grazie mormorato alla consegna delle pietanze, un sorriso sdentato degli ospiti abituali felici di rivedermi ogni venerdì, uno sguardo emozionato timoroso di ricevere a fine servizio, quando faccio il giro delle pensiline, un bicchiere di the caldo con dei biscotti o brioches, un ‘ciao signora’ con un sorriso felice quando camminando in viale Papa Giovanni, a Bergamo, li incontro e mi riconoscono”.

Un impegno che si rinnova e si fortifica nei momenti difficili come questo periodo segnato dalla pandemia. “Oggi, ai tempi del Covid, la carità per me e per noi volontari è comunque preparare con cura le porzioni dei pasti da distribuire nei sacchetti e non più ai tavoli, ma pur sempre da distribuire a te uomo solo in difficoltà. Cerchiamo di portare avanti ogni giorno quello che don Fausto ci ha insegnato e secondo il suo spirito”.