Seriate, all’oratorio un “gioco di sguardi” per scoprire chi sono gli adolescenti di oggi

Astronauti, Wi-Fi, occhi, motorini in garage o pesci in una boccia: quale di queste immagini può descrivere al meglio un adolescente di oggi? Prima di arrivare a questa domanda, però, bisogna fare un passo indietro. È necessario tornare al punto di partenza di questa riflessione portata avanti dagli educatori dell’oratorio di Seriate insieme al loro curato, don Fabiano Finazzi. Tutto è nato da una condivisione di sguardi.

“Da quando abbiamo ricominciato il cammino adolescenti – racconta don Fabiano – i ragazzi sono sempre stati costanti e molto presenti. Sia in presenza sia online sono sempre stati molto desiderosi d’incontrarsi, ma la riflessione è stata provocata da una loro scelta. Quando siamo entrati in zona rossa abbiamo proposto loro di scegliere tra un incontro online e la preghiera in presenza. Senza pensarci, i ragazzi hanno scelto la seconda opzione mostrandoci, ancora una volta, tutta la loro voglia di incontrarsi. Da qui nasce la nostra domanda: come vediamo gli adolescenti?”.

Gli educatori dell’oratorio di Seriate hanno iniziato a riflettere rispetto allo sguardo che hanno nei confronti dei loro ragazzi. Ciascuno di loro ha proposto cinque parole andando a comporre una finestra affacciata sul mondo degli adolescenti e ricca di tante parole con l’arduo compito di rappresentarli. A queste parole si è aggiunta anche la riflessione di una dottoressa che ha inquadrato gli adolescenti in cinque immagini: astronauti, Wi-Fi, occhi, motorini in garage e pesci in una boccia. Oggi, in questo preciso momento storico, un ragazzo può essere raccontato in tanti modi. Può essere un astronauta che si allena per la sua missione, può essere degli occhi che sfuggono oltre la mascherina, la rete Wi-Fi che gli permette di connettersi con il resto del mondo, dei motorini in attesa di ripartire oppure dei pesci in una boccia paragonabile a una casa che, a volte, può star stretta.

“Raccolto tutto il materiale, abbiamo incontrato tutti i cinquanta adolescenti in Chiesa per un momento di riflessione in cui abbiamo confrontato il loro sguardo con il nostro – prosegue don Fabiano -. I ragazzi hanno composto il loro specchio di parole con cui hanno provato a descriversi. Nonostante da entrambi gli sguardi siano emerse parole come insicurezza, noia e stanchezza, c’erano anche tante parole che esprimono un divenire. In noi abitano emozioni ambivalenti, ma è proprio da questo che vogliamo ripartire”. Gli adolescenti possono essere degli astronauti un po’ insicuri o dei pesci rossi coraggiosi e desiderosi di affrontare l’immensità del mare. Ciò che conta, da educatori, è essere consci di questa ambivalenza e consapevoli dei punti di contatto tra gli sguardi. Il raccordo tra finestra e specchio è rappresentato da parole che esprimono tutto il desiderio di vivere la propria vita al meglio.

Al termine di questa riflessione dagli sguardi incrociati, è tempo di proseguire il cammino. “Come oratorio ci portiamo a casa la voglia di non smettere mai di confrontarci con i nostri ragazzi -conclude don Fabiano -. Vogliamo tenere aperta ogni porta, ogni possibilità di incontro e di responsabilità che possano far crescere ciascun adolescente con la cura che chiede”. Il bagaglio peserà un po’ di più, ma si continua più slanciati di prima.