Orti sociali nella parrocchia di Montello: coltivare la terra per costruire condivisione

Un progetto in cui la terra prende il colore della condivisione. Dove si coltivano sogni generativi. Una cascina e un terreno. A Montello la parrocchia sta portando avanti un’iniziativa innovativa per utilizzare un proprio bene immobile. Nelle radici c’è una riflessione profonda che il parroco don Domenico Locatelli sta portando avanti da alcuni mesi, condividendola con i suoi parrocchiani.

“La parrocchia di Montello ha numerosi beni immobili – spiega don Domenico -, è una parrocchia ricca di terreni, economicamente è una realtà complessa, che comporta anche tante spese. Abbiamo anche l’oratorio da riqualificare, per cui servono risorse, e con il Consiglio per gli Affari Economici abbiamo pensato di cominciare a ottimizzare quello che abbiamo”.

Uno di questi beni è una cascina. “È finito il contratto con un contadino, che non era replicabile. La cascina è rimasta libera, ci siamo chiesti cosa farne. L’abbiamo data ad un’immobiliare da vendere, ma dopo tre anni la situazione non è stata risolta”.

E così la progettualità legata alla cascina si intreccia al terreno agricolo, di 14.000 metri quadri, sempre di proprietà della parrocchia, situato nelle vicinanze. “Abbiamo cominciato a confrontarci con il sindaco, con il consiglio pastorale, con il consiglio per gli affari economici. A tutti è sembrata una bella idea”.

E qui si intreccia la riflessione suscitata dalla pandemia e i temi a cui ha sollecitato anche Papa Francesco. “A maggio del 2020 si è fatta sentire maggiormente la necessità del ritorno alla terra: questo può aiutarci a non morire nell’isolamento e nelle paure e ancora a incamminarci verso uno stile di alimentazione sana. Il Papa con la “Laudato si’” ci esorta a riconciliare la vita con la natura”.

Da qui una serie di relazioni per tessere le fila del progetto. “Abbiamo incontrato gli operatori di SIPROMI, gestito dalla Cooperativa Ruah, che gestisce venti fruitori con sei operatori. Il coordinatore che si occupa del rapporto con il territorio ci ha manifestato il suo interesse. Anche un gruppo di famiglie che già lavora nel settore ci ha manifestato il suo interesse. E ancora abbiamo incontrato Liliana Sancinelli della Casa dei semi antichi della Montello Spa: grazie a lei abbiamo conosciuto Orazio Rossi, che già ha fatto esperienza di orti sociali a Bergamo, lavorando anche con il Comune di Bergamo. Lui sta cercando una nuova sede per CSA animante”.

Una rete dentro cui il nuovo progetto prende sempre più forma, anche grazie ai contatti con enti diocesani come Caritas e l’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro. “Dobbiamo chiarirne la missio, ne abbiamo discusso con il sindaco e con il consiglio pastorale. Nel frattempo anche la lettera pastorale del Vescovo Francesco ci esorta a gestire i beni parrocchiali lasciando da parte la sterile mentalità della conservazione ma con il coraggio di immaginare usi diversi. È proprio una scelta pastorale mettere a disposizione dei beni per la crescita della comunità, lavorare insieme la terra per un progetto condiviso”.

Un progetto che mira ad un coinvolgimento interculturale, recuperando e valorizzando il legame con la terra che costituisce un retaggio comune per popoli e culture diversi.

Ora servirà la costituzione di un’associazione che si occupi della gestione degli orti, con un consiglio di amministrazione, un regolamento e un bilancio. “Negli orti ognuno avrà lo spazio di cui ha bisogno in base alla propria famiglia e alle proprie necessità. La gestione è ancora tutta da costruire, ci stiamo confrontando con molte realtà esperte del settore. La cascina, riqualificata e messa in sicurezza, sarà data in affitto ma manterrà un legame di collaborazione con la realtà degli orti”. Un progetto che prende sempre più il colore e la forma di chi sa immaginare futuri nuovi.