Noemi dona i suoi capelli ai malati di cancro: “Un gesto semplice, mi ha dato gioia”

Nel capolavoro di Louisa May Alcott “Piccole donne” Jo March vende i suoi lunghissimi capelli per aiutare la sua famiglia in un momento di difficoltà. Ai nostri tempi ci sono ancora giovani donne che, come la coraggiosa protagonista del romanzo, sono disposte a donare una parte di sé per offrire sollievo a persone che lottano contro la leucemia. Un bel gesto, compiuto in modo spontaneo e semplice, quello di Noemi Ferrari, 24 anni, studentessa dell’Accademia delle Belle Arti Carrara di Bergamo: è andata dal parrucchiere Action Air, nel centro cittadino, e si è fatta tagliare i capelli cortissimi per donare le sue belle trecce all’associazione “Un angelo per capello”, nata per offrire un aiuto ai pazienti oncologici che non possono sostenere economicamente l’acquisto di una parrucca (il costo è elevato e si aggira intorno ai 4-500 euro).

“Volevo cambiare stile e aspetto – spiega Noemi – e parlando con una compagna di corso dell’Accademia ho scoperto l’esistenza di questa associazione, che prima ignoravo. Ho letto con attenzione le istruzioni riportate sul sito internet e ho scoperto così che i miei capelli rispettavano tutte le caratteristiche richieste: dovevano essere, per esempio, di colorazione uniforme e non tinti, di lunghezza superiore ai 25 centimetri e integri, non rovinati. Mi è sembrata una buona occasione per unire il mio desiderio personale di cambiare aspetto con un gesto di gentilezza”. Il cambiamento di aspetto è stato radicale: “All’inizio è stato uno choc – sorride Noemi – quando mi sono guardata allo specchio scoprendomi così diversa” con un taglio corto e sbarazzino. Poi però ha prevalso la gioia: “Mi sono sentita più leggera e davvero felice di aver potuto aiutare qualcuno in questo modo. È stato un gesto spontaneo e sono rimasta stupita e felice dall’interesse che ha suscitato e da tutti i messaggi che ho ricevuto dopo la pubblicazione sui social. Se tutte le donne che decidono di cambiare taglio di capelli come me facessero la stessa scelta penso che potrebbero davvero cambiare la vita di tante persone”. Sono numerosi, infatti, i disagi di chi deve convivere con una patologia grave e fare quotidianamente i conti con terapie invasive: “Con la perdita dei capelli – ha scritto il parrucchiere Oscar Carrara raccontando questa bella storia sui social network – viene compromessa la nostra autostima, viene a meno la sicurezza di sé stessi, si inizia ad avere difficoltà nei rapporti interpersonali. Si arriva alla depressione. D’altronde lo stresso legame fra estetica e affermazione sociale, bellezza e successo, è sempre più evidente in una società fondata sul culto dell’immagine. E chi non perde i capelli non può capire cosa si prova. Dunque il punto non è “saper perdere i capelli”, ma saper mettersi nei panni di chi si trova in questa condizione. Nel corso delle varie epoche e in ogni cultura i capelli hanno sempre rivestito un’importanza fondamentale. Potere, bellezza, prestigio, solo per citare alcuni valori ad essi attribuiti. Perciò, anche ai nostri giorni, essendo questo un elemento ben radicato all’interno dell’identità sociale, non c’è da stupirsi se molte persone non accettano con naturalezza la perdita dei capelli, sopratutto quando questo fenomeno viene associato a una malattia. Dunque, se prima i capelli tagliati venivano gettati via, oggi grazie alla semplicità di un gesto gratuito si trasformano in una forma di aiuto concreto alla lotta contro il cancro”. Per informazioni si può consultare il sito dell’associazione www.unangelopercapello.it.