“De Scriptura Rubra”: una lettura drammatizzata per riscoprire Bonvesin de la Riva

Per questo tempo quaresimale il Centro Culturale della Parrocchia di Santa Maria Immacolata delle Grazie in Bergamo ha pensato e realizzato un progetto di drammatizzazione di un testo letterario di Bonvesin de la Riva, nato a Milano nel 1210 alla Ripa di Porta Ticinese, da qui il nome. Il poeta milanese è letterato, grammatico e anche educatore e compone molte opere in latino e in volgare.

«È una delle personalità più complesse della Lombardia e, più specificamente, della Milano del XIII secolo. Il suo capolavoro è il “Libro delle Tre Scritture” che narra il percorso della redenzione umana attraverso la “Scriptura Nigra” (nera: l’inferno), la “Scriptura Rubra” (rossa: la Passione di Cristo), la “Scriptura Aurea” (dorata: il Paradiso).» spiega Virginio Zambelli, segretario del Centro Culturale e Fondatore del teatro R.A.S.E. Europa (Ricerca Artistica Sull’Emotività) «Abbiamo scelto di drammatizzare il libro “De Scriptura Rubra” che fa rivivere la Passione di Cristo e per questo ci sembrava appropriato per il tempo quaresimale che ci apprestiamo a vivere. Lo spettacolo è letto in forma drammatizzata da un narratore ed è diviso in due momenti: uno che vede protagonista Cristo, l’altro dal punto di vista della Madonna». Lo spettacolo, già messo in scena nella chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, è a disposizione delle parrocchie che volessero richiederlo per tutto il periodo quaresimale.

In che lingua è scritto il testo che proponete?

«Nonostante il linguaggio utilizzato abbia una componente del dialetto milanese predominante, il poeta usa vocaboli intensi e appropriati, di immediata comprensione, si veste di umiltà impiegando versi semplici. La trama della Passione, nota a tutti, facilita ulteriormente la comprensione e il ritmo e la rima creano un’onda musicale che incatena il lettore e l’ascoltatore, rendendoli partecipi.»

Anche la musica è protagonista del vostro spettacolo?

«Sì, le parole scelte dal poeta creano musicalità, il compianto di Maria ai piedi della croce ha l’incanto e la dolcezza della ninna nanna e, insieme, la drammaticità della nenia di morte. Inoltre abbiamo inserito alcuni stacchi musicali utilizzando strumenti antichi, più adatti alla messa in scena di questo testo, che fanno anche da coreografia.»

Che riscontro avete avuto dagli spettatori?

«La rappresentazione, che ha la durata di circa un’ora, è stata messa in scena per la prima volta nella chiesa delle Grazie, infatti è stata pensata per avere come cornice un luogo di culto. Abbiamo riscontrato una buona affluenza di pubblico che si è dimostrato interessato e incuriosito, in particolare dalla coreografia degli strumenti.»

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