Centro missionario diocesano: tre progetti di solidarietà per la Quaresima

Da anni nella diocesi di Bergamo il cammino di Quaresima ha una connotazione missionaria. Era stato il Vescovo monsignor Gaddi a chiedere a tutte le parrocchie che proprio durante la Quaresima ci fosse un’occasione di sostegno delle missioni bergamasche nel mondo. E questo allargamento di sguardo si rinnova anche quest’anno, quando l’epidemia rischia di far ripiegare su se stessi e induce a chiudere ogni frontiera. 

“La Quaresima vuole essere l’occasione per far conoscere di più le missioni come parte integrante della realtà della nostra diocesi – spiega don Massimo Rizzi, direttore del Centro missionario -. Abbiamo il compito di richiamare all’apertura anche in situazioni come quella attuale”.

Attraverso il materiale preparato in formato powerpoint e video, il Centro missionario punta a far conoscere in particolare tre missioni. “Si tratta di tre progetti segno che verranno realizzati e saranno motivo per sensibilizzare al sostegno alle missioni”.

Si parte dalla Bolivia, una delle terre storicamente abitate dai missionari bergamaschi. Dagli anni ’60 qui, in particolare nelle zone rurali, operò don Berto Nicoli. Complice il trasferimento di due missionari, le strutture della missione necessitano di interventi di manutenzione per permettere di accogliere la comunità missionaria di sacerdoti e laici bergamaschi e poter rinnovare la cura pastorale dei villaggi che si trovano tra la città di Cochabamba e la foresta pre-amazzonica boliviana. Una particolare attenzione verrà dedicata alla chiesa dove don Berto è sepolto, per favorirela preghierae le celebrazioni dedicate a Maria.

Il secondo scenario al centro dell’attenzione è invece Cuba. “Il paese sta vivendo un cambiamento che porterà una grossa crisi economica nella famiglie – spiega ancora don Rizzi -, serve un sostegno concreto alla vita quotidiana delle parrocchie. Qui la presentazione avrà al centro le attività estive”. Anche per i ragazzi che vivono attorno alle missioni bergamasche, infatti, arriva il tempo di organizzare leattività del CRE. Pur non esistendo luoghi come gli oratori è possibile organizzare le attività negli spazi della parrocchia e all’aperto, nella foresta, lungo i fiumi o sulle spiagge. Grazie alla presenza dei sacerdoti, anche nelle missioni cubane negli scorsi anni è stato possibile organizzare in modo più strutturato le attività, in un’esperienza che unisce, educa e crea comunità. Considerate le scarse possibilità economiche delle famiglie che vivono nei villaggi, i missionari si impegnano per garantire una partecipazione il più economica possibile per le famiglie.

Spazio, infine, alla Costa d’Avorio, dove ha preso vita un progetto di attenzione alla disabilità con piccolo servizio diurno, reso possibile dalla presenza di un giovane educatore professionale. Il contesto non è facile: in molti paesi dell’Africa la disabilità è ancora considerata una disgrazia e diventa motivo di abbandono dei bambini. La missione bergamasca vuole sostenere le famiglie nella loro fragilità, donando spazi di accoglienza, attività adeguate e un sostegno concreto per le spese sanitarie, oltre al supporto morale per le mamme. “Speriamo che il sostegno a questo progetto divenga anche occasione di rilancio della chiamata – spiega ancora don Massimo -, invitando dei nuovi volontari a mettersi a disposizione per il prossimo anno, in modo che qualcuno continui servizio partendo per uno o due anni”.

Il materiale che racconta queste tre missioni è disponibile sul sito del Centro missionario ed è entrato anche nel libretto che la Diocesi ha confezionato per la preghiera delle famiglie. Ogni settimana si trova il link ad un video oltre ad un commento della Parola proposto da un missionario. Anche dentro ogni famiglia si allarga così al mondo intero uno sguardo che serve la vita.