I fiori di Venezia, l’arte antica di creare composizioni con perline di vetro

La primavera si avvicina e le primule gialle fanno capolino nel mio giardino. Ho voglia di ritornare al mio antico hobby, quello dei fiori di perline di Venezia, un’arte sofisticata e preziosa, considerata tra le più rilevanti espressioni dell’artigianato veneziano, talmente importante da impegnare i dogi ad emanare leggi a tutela di una produzione che veniva esportata in tutto il mondo.

A Venezia le perline forate erano chiamate conterie e venivano usate nelle più svariate occasioni, ad esempio nella festa dello “Sposalizio con il mare”, quando il Bucintoro, l’imbarcazione che trasportava il doge, veniva completamente ornata di fiori di perline. Anche gli altari venivano addobbati con fiori di vetro, chiamati palmette di perle.

Per poter lavorare con le perline di vetro, oltre ad una buona dose di pazienza, servono mani addestrate e una particolare fantasia creativa.

Il materiale necessario è costituito da perline forate di vari colori, misura e taglio (piene, trasparenti, sfaccettate, a tubicino…), reperibili nelle mercerie, oppure ordinabili direttamente dai produttori (io mi rivolgo alla fornace Costantini di Murano); servono poi dei sottilissimi fili zincati, nei quali andranno infilate le perline e fili più robusti per i gambi; infine delle bobine di filo di seta per coprire le parti metalliche a vista del fiore.

Il procedimento è abbastanza lungo.

Le perline vanno infilate ad una ad una in segmenti di filo, tanti quanti servono per costruire il fiore prescelto. Per infilare esistono varie tecniche ed anche appositi strumenti, comunque è utile servirsi di un tutorial, facilmente reperibile online.

Quando i fili sono pronti, si inizia a sagomare il fiore preventivamente progettato, modellando i petali e i pistilli e assemblandoli fino a ottenere la forma del fiore. Vi si aggiunge il gambo, ancorandolo al fiore con i fili dei petali e lo si ricopre con la seta per tutta la lunghezza, fermandolo con una goccia di colla.

Si aggiungono al gambo un paio di foglie, sempre di perline, e dopo aver costruito in tal modo un certo numero di fiori, si compone il mazzo.

L’importante è sperimentare e osare: con l’esperienza s’impara tantissimo.

Comunque, a chi vuole dedicarsi all’arte dei fiori di perline, consiglio di munirsi di un buon manuale.

Personalmente, mi sono stati fondamentali i preziosi consigli della mia collega di educazione artistica, poi la mia “bibbia” è stata il libro I fiori di Venezia di Giovanna Poggi Marchesi (ed. Mondadori).