Longuelo: 25 voci per leggere il Vangelo, in cammino verso Pasqua

Un Vangelo di 16 capitoli, letto da 25 voci diverse in altrettanti giorni. È la proposta di accompagnamento alla Quaresima e avvicinamento alla Pasqua della comunità cristiana di Longuelo: la lettura corale del Vangelo di Marco.
«È un nuovo esperimento comunitario e una sfida – commenta il parroco di Longuelo, don Massimo Maffioletti -: ascoltare un testo antico, il più vicino a Gesù, capace di interrogare noi contemporanei, riprendere confidenza con l’uomo della Passione, rischiare di aggiungere il nostro pensiero al racconto. Per farlo, saremo guidati da alcuni amici della comunità e del quartiere, che, a turno, si alterneranno nella lettura dei vari passi evangelici».


Appuntamento, quindi, sulla piattaforma zoom (richiedere personalmente il link scrivendo a segreteria@parrochiadilonguelo.it o telefonando a 035.402336). «Ci troveremo ogni giorno dalle 19:15 alle 19:30: una sorta di apericena evangelico e marciano. Una possibilità di ascoltare diverse voci, magari di persone non esattamente conosciutissime: ho scelto personalmente i 25 lettori, creando un gruppo ampio e vario. Dal professionista allo studente universitario: persone che gravitano intorno alla nostra comunità ma che, magari, sono più defilate. Nessun prete, catechista o membro del consiglio parrocchiale leggerà il Vangelo. Ci saremo, ma per ascoltare».


La letture marciane saranno introdotte ed inaugurate dallo scrittore Sandro Veronesi sul canale YouTube della parrocchia, venerdì 19 febbraio, alle ore 21. Due volte “Premio Strega” (nel 2006 con “Caos calmo” e nel 2020 con “Il colibrì”), Veronesi è autore di “Non dirlo” (2015), nel quale – «scrittore non credente,  intelligente curioso e interrogante ricercatore (come tutti noi, no?)» – rilegge il Vangelo di Marco. «“Non dirlo” è l’espressione usata da Gesù quando dice alle persone di non dire chi è lui perchè i tempi non sono ancora maturi: questa espressione, dalla quale Veronesi è stato colpito, è il titolo del nostro ciclo di letture corali – spiega don Massimo -: Veronesi dice nel libro che per lui il testo marciano è letteralmente entusiasmante: è l’invenzione stessa del Vangelo, un raggio di luce gettato a intensità crescente sul personaggio di Gesù, che rende via via sempre più chiara la sua potenza e costringe il lettore, ora come duemila anni fa, a mantenere lo sguardo fisso su di lui, impegnando tutta la propria intelligenza sull’evento della sua morte e della sua resurrezione. Veronesi, inoltre, cita il “Dei Verbum”, definendolo come il documento più autenticamente rivoluzionario prodotto dal Concilio Vaticano II, se, come gli pare d’aver inteso, esso rappresenta l’apertura della tradizione cristiana a chiunque senta di avere qualcosa da aggiungervi, indipendentemente dai titoli che possiede, dal ruolo che ricopre e addirittura dal fatto che creda o no in Dio».


«Del resto – prosegue don Massimo -, il cardinal Martini riteneva che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente, che si parlano dentro, si interrogano a vicenda, si rimandano continuamente interrogazioni pungenti e inquietanti l’uno all’altro. Lo stesso Bobbio, citato dal cardinal Martini,  sosteneva che la differenza rilevante non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti, ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono».