Karim, quattro figli e un banchetto al mercato: “Non riuscivo più a pagare le bollette”

“Venite signore, le pentole sono in offerta”. Da un anno, ormai, ci siamo dimenticati i banchetti dei mercati pieni di gente, i tegami in saldo tre per due, gli “assembramenti” per accaparrarsi gli utensili migliori. Era di questo che viveva Karim, un papà di quarantacinque anni, originario del Marocco, in Italia da 23 anni e da 10 piccolo imprenditore nel settore commerciale: aveva uno stand di oggettistica e casalinghi. In casa lavorava solo lui, la moglie si occupava dei quattro figli ancora piccoli.
La loro vita era semplice, senza grandi possibilità di “sgarrare”: forse non potevano permettersi abiti firmati o vacanze lussuose, ma la famiglia godeva di una certa tranquillità, avevano ciò che era necessario, non avevano mai avuto bisogno di chiedere aiuto, non si sentivano esposti alla precarietà economica.

“Sono riuscito a resistere al primo lockdown – spiega Karim -, ma dopo la seconda chiusura mi sono trovato in difficoltà troppo gravi: le spese sono quelle di sempre, gli introiti si sono azzerati. Così ho dovuto rivolgermi alla Caritas diocesana bergamasca”.

“Ricominciamo insieme”, fondo nato nei mesi scorsi per rispondere all’emergenza economica e sociale generata dalla pandemia, è stato creato dalla diocesi di Bergamo con Caritas diocesana bergamasca grazie ai fondi stanziati dalla Cei con l’Otto per mille e grazie al sostegno di Intesa San Paolo, e ha permesso di offrire un sostegno fondamentale per tante persone come Karim.

“Ho provato a tenere duro – racconta – con i ristori concessi alle Partite Iva, poi ho dovuto arrendermi, perché non riuscivo più a pagare i conti. A settembre i ragazzi hanno ricominciato la scuola, le spese erano tante, stava arrivando l’inverno. Senza l’aiuto della Caritas chissà cosa sarebbe potuto succedere a me e alla mia famiglia: così invece sono riuscito a superare la difficoltà risollevandomi dai debiti arretrati”.

Anche per questo alla fine ha scritto agli operatori una lettera piena di gratitudine e di commozione: “Posso solo dire grazie”.