“Maestra, posso andare in bagno?”. La didattica a distanza non è un gioco da ragazzi.

“Stai zitto e seduto, scrivi dritto nella linea o ti spacco la testa”. Eccoci qui, alle prese con la didattica a distanza. Classe prima elementare. I bimbi si collegano al Meet, si salutano, il maestro deve ancora arrivare, i microfoni sono aperti, le telecamere accese su scrivanie, camere, cucine, divani. E in sottofondo, ben distinto, si sente provenire da una qualche stanza remota il vocione di un padre piuttosto inquietante. Seguono attimi di silenzio, mia figlia che non si spaventa davanti a nulla chiede: “ma chi ha detto quelle cose?!”. Risponde timido un compagno: “no no, era mio padre, tutto ok”.

Tutto ok mica tanto. Genitori, bambini, insegnanti. Tutti a cercare di farcela, spesso soli o con la sensazione d’esserlo, tutti a barcamenarsi tra mille difficoltà.

“Che c’è Giorgia, perché piangi?”, chiede il maestro, che intravede i volti dei bambini durante il collegamento per la lezione di matematica. “Non ce la faccio, non capisco”. “Non c’è lì la tua mamma?”. “No, la mia mamma è al lavoro”. “E qualche fratello maggiore?”. “No, sono da sola”. Una bambina di sei anni, da sola ad affrontare una lezione online. Ha tutto il mio rispetto. E quello del maestro, che cerca di calmarla dicendole che non importa, recupererà quel che non riesce a fare, tutto verrà spedito via mail/registro elettronico/classroom e chi più ne ha più ne metta.

“Alice non ho capito, cosa hai detto?!”, “No maestra, non ero io a parlare, è mio fratello che fa lezione di italiano in seconda”. “Tommaso, chiudi la porta. Alice, tutto bene? La mamma deve scrivere alcuni progetti, mandare mail, ricevere telefonate…ma se avete bisogno ci sono neee!”. “Maaaaamma!!!”. “No ragazzi no, così non ce la faccio”.

E’ snervante. E’ difficile, a tratti impossibile. Anche ora, mentre scrivo questo articolo, in sottofondo ho mia figlia che chiede aiuto e mio figlio che non capisce come mai sia scomparsa la chat. Inizi un lavoro e devi interromperlo dopo due minuti. Perché no, una bambina di nemmeno sei anni e un bambino di sette non sono poi così autonomi. Puoi provare a fregartene e abbandonarli lì davanti al pc, in qualche modo se la cavano sempre, ma ti dispiace. Ti senti addosso la responsabilità di doverlo fare. Saltelli da uno all’altra, qui serve un pastello, qui siamo rimasti indietro con le operazioni. Poi all’improvviso ti fermi e li guardi.

Vedi due bambini davanti ai computer. A gestire microfoni, presentazioni, mail. Ci provano, fanno del loro meglio, ascoltano, rispondono. La lezione pesa, così. A tutti. “Maestra, posso andare in bagno?”, “maestra, io devo temperare il rosso”, “io ho finito la pagina, cosa faccio?!”. Mi vien da sorridere, mi metto nei panni degli insegnanti, penso a quanta pazienza ci voglia.

“Maestra ci manchi”, ci tengono a dire i bambini. “Anche voi mi mancate, guardate qui…sto facendo lezione guardandovi dentro a un computer mentre me ne sto seduta in cattedra e davanti a me ho banchi vuoti, in una classe vuota. Mi mancate, bambini”.

  1. Sono una nonna abbastanza giovane 57 anni e leggendo queste righe mi ritrovo ha vivere quei momenti che io e la mia consuocera passiamo durante la dad con la nostra Sara per permettere ai genitori di lavorare….
    I bambini sono veramente in gamba e nonostante le numerose difficoltà le loro maestre gestiscono con tanta pazienza e tanto amore…..teniamoci uniti perché il percorso è faticoso….grazie a tutti 🤗

    1. Questa pandemia doveva venire negli anni 80: le scuole avrebbero chiuso e la didattica a distanza non esisteva. Sono dell’ idea che occorrerebbe ripetere l anno scolastico, perché questa non è scuola e ci sarebbe meno stress anche per i genitori che lavorano e e alla sera devono inviare foto di compiti sul registro. Sarebbero più sereni anche i bambini a non essere sovraccaricati di compiti.

  2. Maledettti quelli che hanno deciso la dad. Mio figlio di 12 anni è cambiato caratterialmente, da ragazzino dolce e timido è diventato nervoso e irrascibile ed io una mamma stressatissima nel gestire questo cambiamento e i prof pur vedendo tutte le difficoltà della dad, tra mancata connessione, Meet che spesso si blocca per le troppe persone connesse, credono che sia come stare in presenza aspettandosi gli stessi risultati dai ragazzi.

    1. Quanto ti capisco Silvana…conosco parecchi ragazzi che si trovano nella stessa situazione di tuo figlio. Ti mando un forte abbraccio

  3. La DAD ha ripercussioni sui nostri figli, questo è innegabile. Ma l’alternativa sarebbe stata fargli perdere un anno di scuola, anzi quasi due ormai. E ovviamente non è un’opzione considerabile. I miei figli stanno diventando apatici, ogni giorno di più. Non hanno stimoli e sono eternamente stanchi. Non hanno voglia di fare nulla, manco il letto la mattina.. che lasciano a fatica. Spero che la DAD finisca presto e che si possa tornare a scuola in piena sicurezza, senza mascherine, gel, distanze, etc. La scuola va vissuta perchè sono anni che poi non tornano. I miei figli hanno dovuto già fare un paio di anni scolastici “alternativi” a causa del terremoto che li ha visti studiare sotto un tendone, poi frequentare una scuola nel comune dove siamo stati “esiliati”, per finire poi a studiare in 10 mq di un container. Hanno vissuto la scuola con mille disagi e pare che per loro non sia ancora finita. Con ottimismo dico che ogni giorno che passa siamo più vicini alla fine di questo incubo.

  4. Mi ritrovo pienamente. Mio figlio di 9 anni si sente stressato, annoiato perché anche se le maestre cercano di fare il loro meglio corrono troppo con il programma e troppi bambini compreso il mio, rimangono con troppi vuoti. E anche io come genitore solo di 2 bambini (ho perso mio marito l’anno scorso) non riesco ad aiutarlo più perché c’è troppo lavoro e pocca organizzazione. Grazie

  5. Vi abbraccio con il cuore maestre, a voi e i vostri alunni che ce la stanno mettendo tutta in un momento difficile e delicato della nostra vita.
    Teniamoci per mano e ce la faremo.. Tutti uniti.
    Grazie infinite per tutto il vostro impegno e grazie ai nostri figli🌺❤️🌸❤️🌸

  6. Sono una mamma con 2 bambini di 15 e di 4 anni. Mia figlia soffre di depressione mio figlio e con ADHD. Imaginative come sono le Dad acasa mia. Questi bambini soffrono tanto.

    1. Il bambino che ha una certificazione per ADHD ha diritto di seguire lezioni in presenza. È stato ribadito più volte e tu fai rispettare il diritto di quel figlio

  7. grazie alle maestre e maestri che con tanta dolcezza provano a superare questo enorme muro, che con la DAD si sta ergendo difronte ai nostri bambini…. non mollate, non abbandonateli perchè c’è bisogno estremo di voi!!!

  8. Io resisto ancora poco poi monto in bici e vado a citofonare a tutti i miei alunni!! Io resisto ancora poco e poi proporrò di fare lezione in un prato!!! Maestra Laura

  9. Salve, sono una mamma, disoccupata, con 2 figli di 5 e 9 anni, il grande frequenta la 3 elementare, è un BES, ma comunque fa la Dad, perché non c’è la possibilità di fare lezione in presenza,. Credetemi è davvero difficile per lui, seguire la lezione dietro uno schermo, a volte lo vedo in panico, va in ansia, perché ha paura di sbagliare, lo vedi distratto dalla sorella, che non posso rinchiudere in un altra stanza, altre volte lo vedo stanco, lui che è un bambino affettuoso ed ha tanto bisogno di rassicurazioni, si trova solo!!! Questa situazione ci sta sfuggendo di mano, troppo!!!

    1. Sono d’accordo con lei Marcella…e ha tutta la mia vicinanza, per un bambino in BES è davvero un’impresa dover gestire anche la DaD. Un forte abbraccio

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