Valle Imagna, i volontari dell’assistenza domiciliare pronti a portare pasti a domicilio

È nato ufficialmente nel 1999. È cresciuto e si è trasformato nel tempo. Ed è ormai una presenza preziosa e radicata in tutta la Valle Imagna. Il Gruppo volontari assistenza domiciliare della Valle Imagna, che ha sede a Sant’Omobono Terme, si occupa di diversi servizi di solidarietà rivolti agli abitanti della valle, grazie alla generosa presenza di un esercito di volontari sempre pronti a tendere la mano di fronte alle necessità.

“Abbiamo iniziato a fare l’assistenza domiciliare – racconta Damiano Frosio, uno dei membri del direttivo dell’associazione, presieduta sin dalla sua fondazione da Osvaldo Peroni -. Entravamo nelle case accompagnati dalle figure professionali (medici e infermieri dell’ASL), noi tenevamo compagnia o ci occupavamo di piccoli lavori. Due anni fa 15 nostri volontari hanno fatto anche il corso, con tirocinio, sulle cure palliative”.

Con il tempo l’associazione ha preso a cuore il problema dei dializzati in Valle Imagna. “Si tratta di situazioni non facili: il dializzato deve andare in ospedale tre volte a settimana e restarci per quattro ore. Abbiamo chiesto alla Comunità Montana, che aveva 2 pullmini acquistrati per il GAL, di prestarceli. Portiamo avanti e indietro i dializzati, spesso a Ponte San Pietro”.

Da qui sono partiti altri servizi nei trasporti. “Si sono aggiunti i servizi per le visite specialistiche, le chemioterapie, le cure e le riabilitazioni nelle strutture della Provincia o a volte anche della Regione. Abbiamo una particolare attenzione ai disabili: li portiamo quotidianamente ai centri diurni, ad Almenno o Brembate, o altri a scuola. Nell’anno pre-Covid abbiamo portato circa 9.000 persone, grazie alla disponibilità di 11 mezzi e di un centinaio di volontari”.

Numeri importanti che dicono la grandezza della generosità che il gruppo è riuscito a coinvolgere. “Siamo partiti in pochi ma siamo cresciuti di anno in anno. Grazie alla collaborazione con gli assistenti sociali dei vari Comuni della valle ci vengono segnalate le situazioni di bisogno e da lì abbiamo iniziato. Il gruppo si è indirizzato sui trasporti perchè abbiamo colto la presenza di un disagio e abbiamo provato a rispondere all’esigenza”. 

Il Covid-19, oltre ad aver provocato alcuni lutti tra i volontari del gruppo, ha bloccato le attività tradizionali dell’associazione. “Il direttivo ha deciso, per la salvaguardia dei volontari, di sospendere tutte le attività di trasporto. Abbiamo convocato un’assemblea straordinaria dei volontari e dei 72 presenti 69 hanno deciso di chiudere tutti i servizi. Nel frattempo a luglio, tramite un centro diurno disabili, ci hanno chiesto di ricominciare il trasporto dei disabili: siamo ripartiti solo con quello, mentre gli altri servizi di trasporto sono stati presi da una Croce blu esterna alla valle. Tra i volontari c’è la paura del contagio, che è legittima: abbiamo avuto difficoltà anche a trovare quelli che garantissero il trasporto dei disabili; ad oggi quelli attivi sono una quarantina”.

Ma il blocco delle attività tradizionali di trasporto non ha significato la fine dell’associazione. Che ha saputo reinventarsi nell’organizzazione di una nuova proposta. “Alla fine dello scorso anno è venuta un’altra idea – spiega ancora Damiano Frosio -: per rinsaldare il gruppo e recuperare anche i vecchi volontari si è pensato di portare i pasti a domicilio in tutta la valle, da Strozza in su. Adesso stiamo valutando di concretizzare il progetto: si tratterebbe della consegna a domicilio, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, di un pasto con primo, secondo, contorno, pane e frutto. Per l’utente il costo sarà di 6,50 euro, compreso di trasporto. A gennaio abbiamo condiviso l’idea con tutte le associazioni di volontariato della valle e noi, come capofila, abbiamo distribuito un’informativa a tutte le famiglie, chiedendo anche la disponibilità di nuovi volontari”. Le risposte raccolte nei giorni scorsi sono state un’infusione di speranza. “Abbiamo registrato 40 adesioni al servizio e anche la disponibilità di 35 volontari, di cui 25 nuovi. Tra aprile e maggio partiremo con questo nuovo progetto”.

Reinventarsi per continuare ad esserci. Tanti modi per continuare ad essere presenze preziose nel tessuto della valle.