I film di Pasqua in streaming e in tv: riscoprire “Gesù” di Zeffirelli

E se riscoprissimo il “Gesù” di Zeffirelli? L’occasione ce la offre Tv2000 che lo ripropone in quattro appuntamenti – il primo di aprile ore 12.20 e 21.30, 2 aprile ore 12.20 e 22.15, 3 aprile ore 12.20 e 21.30 e 4 aprile ore 12.20 e 21.20. Kolossal televisivo frutto di una coproduzione italo-inglese, lo “sceneggiato” come si chiamavano ancora allora, andò in onda sul primo canale televisivo dal 27 marzo all’aprile 1977, costituendo il primo esempio di quella che oggi chiameremmo una “miniserie”. In cinque episodi: La natività, L’avvento del figlio dell’uomo, La scelta degli apostoli, La predicazione, La passione e la morte, costituisce, secondo il Dizionario della televisione curato da Aldo Grasso: «un affresco che “vorrebbe distruggere la mitologia del Cristo per fare di Gesù, invece, un vero uomo, non un personaggio di favola”. I costumi e le scene, che ostentano la cura del particolare e la raffinatezza del gusto, fanno da cornice e sfondo alle pennellate assai oleografiche del regista». Dal lavoro fu tratta anche una riduzione cinematografica. Il “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli (1923 – 2019), all’epoca della sua uscita fu accolto in modo controverso: elogiato dalla stampa cattolica e criticato da quella laica, secondo il critico Tullio Kezich, per esempio: «… il Vangelo secondo Zeffirelli è un compromesso tra la messinscena lirica, la passerella delle ‘cammeo performances’ e il film storico hollywoodiano. Non solo fa rimpiangere il sublime poverismo di Pasolini, ma sfigura con il discusso Messia rosselliniano» e, poi, appunto, di essere un prodotto oleografico cioè “privo di originalità, manierato, convenzionale, di scarso valore artistico”.  Certo, oggi, bisognerebbe dare un minimo di inquadramento storico per capire il tono di quelle polemiche basti dire, almeno, per capire il clima, che il “Messia” di Rossellini cui accennava nella sua critica Tullio Kezich, era praticamente coevo essendo uscito nel 1975 e, pochi anni prima, nel 1973, aveva fatto un certo rumore l’uscita di un film come “Jesus Christ Superstar”, diretto da Norman Jewison e tratto dall’omonimo musical con testi di Tim Rice e le musiche di Andrew lloyd Webber che, al netto di poter essere considerato poco più che “un’americanata”, aveva comunque avuto un impatto notevole sulla cultura giovanile dell’epoca grazie soprattutto alla colona sonora (a questo proposito bisognerà segnalare la recente uscita dell’album di Stefano Bollani “Piano Variation On Jesus Christ Superstar”).  Comunque sia, un’occhiata la serie probabilmente la merita non fosse altro che per fare un ripasso di una produzione veramente colossale che vide impegnati centinaia di attori, migliaia di comparse, riprese in esterni in Tunisia e Marocco. Il cast era veramente stellare: accanto a Robert Powell (Gesù) , troviamo Olivia Hussey (Maria), Yorgo Voyagis (Giuseppe), l’attrice americana Anne Bancroft – che vinse un premio Oscar per “Anna dei miracoli” e indimenticabile Mrs. Robinson de “Il laureato” – come Maria Maddalena. E ancora: Valentina Cortese (Erodiade), Regina Bianchi (Anna), Michel York (Giovanni Battista), Peter Ustinov (Erode), Laurence Olivier (Nicodemo) e poi Christopher Plummer, Maria Carta,  Rod Steiger, Fernando Rey e perfino Renato Rascel. Non da meno gli autori: insieme a Zeffirelli vi lavorarono alla sceneggiatura autori del calibro di Suso Checchi D’Amico, Masolino D’Amico, David Butler, Anthony Burgess (lo scrittore inglese autore del romanzo “A Clockwork Orange” da cui poi Kubrick trarrà il film “Arancia meccanica”), oltre che lo stesso Zeffirelli. Dopo di ché, visto che tanto siamo ancora più o meno chiusi in casa, un occhiata agli titoli citati si potrebbe dare sicuramente. Recuperare, per esempio, l’ormai classico, super sdoganato anche questo dalle critiche dell’epoca che è il “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, così come il meno noto ma altrettanto complesso “Messia” di Roberto Rossellini. Ma già che siamo in tema, in queste serate passano si Rete 4 altri due titoli quasi imprescindibili: “Il re dei re” Venerdì 2 ore 21.20) e “Ben Hur” (Sabato 3, ore 21.20). Il primo (King of Kings, 1961), porta la firma di Nicholas Ray (1911 – 1979), autore entrato nella storia del cinema con pellicole come “Il temerario”, “Johnny Guitar”, “Gioventù bruciata”; mentre il secondo, del 1959, porta la firma di William Wyler ed è interpretato da Charlton Heston nei panni di Judah Ben Hur. Forte dei suoi 11 premi Oscar, il film vale sempre la pena di una visione. Certo, magari visto sul piccolo schermo ne soffre un po’ però le sue centomila comparse e soprattutto la celeberrima, spettacolare, insuperata e insuperabile sequenza della corsa delle bighe, vale sempre il prezzo del biglietto: come si diceva quando si poteva ancora andare al cinema.