Alpacasnigo: un filato naturale prodotto a km 0. L’allevamento nato dal sogno di due trentenni

Gli imperatori Inca facevano realizzare i propri vestiti con questa fibra naturale, considerata di lusso: si tratta di quella di alpaca. Anche in Bergamasca si possono trovare questi filati naturali a km 0: li produce Alpacasnigo, un allevamento di alpaca situato – come indica il nome stesso – a Casnigo. L’allevamento è nato dal sogno di una coppia di amici, Giacomo Mignani, operaio, e Andrea Giorgi, muratore, entrambi 34enni, che, dopo un anno e mezzo di preparativi,  tra visite ad allevamenti già esistenti sul territorio italiano e ricerca di informazioni, nel 2017 danno ufficialmente concretezza a questa idea. Undici gli animali – tra maschi, femmine e cria (i cuccioli) – allevati dai due giovani. Genetica e nutrizione influiscono sulla fibra prodotta: “Il nostro obiettivo – spiega Giacomo Mignani – è di crescere soprattutto sul versante della qualità.

In questi anni abbiamo cercato sempre più animali con una genetica migliore, per implementare le linee di sangue del nostro allevamento. Per il cibo, si nutrono di fieno e di erba. Questa qualità si rispecchia poi nel filato che ne ricaviamo”.  La vendita della fibra è tra i primi obiettivi che i due amici si sono posti, anche perché con l’animale non si può fare altro: il latte prodotto è poco, e serve per alimentare i cuccioli. Ma quali sono le caratteristiche della fibra di alpaca? “Non contiene lanolina, quindi è anallergica; è morbida ed è disponibile in più di 20 tonalità naturali: dal bianco, ai grigi, ai marroni, ai fulvi, ai neri, ognuno diviso tra light, medium e dark. Inoltre ha proprietà termiche considerevoli: gli alpaca, originari dell’altopiano del Sudamerica (Perù, Cile e Bolivia) sono abituati a vivere ad altitudini elevate, dormendo all’aria aperta”. La stagione della tosatura si avvicina: “La effettuiamo solitamente a maggio, quando le minime non sono più così basse e non si rischia di farli ammalare: quando li si tosa li si disarma, il vello è folto e una volta tagliato non c’è più protezione dal freddo.

Durante la tosatura si divide già la prima scelta dalla seconda, distinte in base alla parte del corpo dove viene effettuata la tosatura stessa. La prima scelta è più fine, morbida e più lunga, mentre la seconda scelta è più corta e non così morbida.

Con la prima si realizzano i filati, con la seconda vengono realizzate imbottiture, che noi utilizziamo per delle trapunte”. L’azienda che lavora la fibra i ai due ragazzi ne realizza il lavaggio, la degiarra, ossia elimina la giarra, i peli primari che risultano più pungenti, carda e fila la prima scelta; per la seconda si ferma alla cardatura, realizzando dei rettangoli che vengono messi nelle trapunte come imbottitura. Se per i primi due anni l’operazione di tosatura era  realizzata da una persona esterna, dallo scorso anno Mignani e Giorgi se ne sono occupati personalmente, nell’ottica di diventare sempre più indipendenti. “Noi tendiamo a lavorare animale per animale o raggruppando quelli dello stesso colore.

Ci facciamo ridare sia gomitoli, che rivendiamo, oppure realizziamo lavori a maglia come berrette, scalda collo, fasce dei capelli, sciarpe, scialli e via dicendo”.

La quantità di fibra prodotta dipende dagli animali: il maschio produce di più, avendo un dispendio di energie minore rispetto alle femmine, che avendo una gravidanza lunga (la gestazione dura undici mesi e mezzo), ha un dispendio di energie maggiore, che si riflette anche nella fibra, e dipende anche dal fisico, che nelle femmine è più minuto: i maschi possono arrivare a 90 kg, mentre le femmine a 65. “Dai maschi grossi adulti si possono ottenere anche 5 kg, dalle femmine 3,5 kg sono già una bella soddisfazione”. Una realtà dunque attiva localmente sul fronte dei filati naturali e sui prodotti tessili a basso impatto. La soddisfazione, per l’allevamento in generale, è molta: “Siamo contenti di questa scelta e speriamo di poter trasformare questa passione nel nostro lavoro principale”.