Pandemia e crisi climatica: cosa vuol dire oggi lavarsi le mani

Nelle parole, nei pensieri e nelle immagini di ogni giorno la parola “acqua” esprime qualcosa da cui nasce la vita, qualcosa che appartiene a tutti gli esseri viventi. Qualcosa di cui non ci si deve preoccupare perché ci sarà sempre. Forse così si pensa mentre più volte al giorno ci si lava le mani. Invece non è così, l’acqua da tempo incomincia a essere sempre meno un bene comune e sempre più un bene di pochi. Con conseguenze drammatiche che sono ben visibili in molte aree nel mondo.

Ai molti allarmi si aggiunge da un anno quello della pandemia che non è del tutto estranea alle conseguenze di diversi e devastanti inquinamenti. All’allarme si aggiunge un monito per il dopo che verrà.

Se ne fa portavoce, su Green&Blue di aprile 2021, Virginijus Sinkevičius, lituano, Commissario dell’Unione europea per l’ambiente: “Ci sono molti modi per essere più consapevoli del rispetto che bisogna avere per la natura. Tutti speravamo che la sensibilizzazione non venisse da una pandemia. Ma sicuramente il Covid ha lanciato un allarme. Pensavamo che la nostra vita avesse certezze scontate, che niente ci potesse essere tolto. Non è così. Nonostante i nostri sforzi l’emergenza climatica è ancora qui e le conseguenze possono essere gravi. Forse con il Covid abbiamo avuto meno traffico e un po’ di aria più pulita: approfittiamone per non tronare alle vecchie cattive abitudini”.

Sono soprattutto i giovani ad aver fatto proprio l’allarme e averlo rilanciato agli adulti, non solo a quelli della politica, perché c’è un inquinamento del pensiero che è alla radice di scelte che mettono a rischio il futuro.

Da che parte iniziare per invertire la rotta e per non consegnare alle generazioni che salgono un pianeta arido e senza respiro?

Indubbiamente si può partire dal rispetto e dall’attuazione dei trattati sul clima, per i quali occorre tenere sempre viva l’attenzione per non scaricare la questione ambientale sulle spalle di pochi. L’esperienza della pandemia, il semplice lavarsi le mani, induce però a ripensare gli stili di vita che hanno contribuito a minare fondamentali equilibri climatici, sociali, culturali.

In questo processo l’acqua, nella sua essenzialità e con la sua trasparenza, è un richiamo sempre più forte che viene anche dal quotidiano lavarsi le mani.

Da quest’acqua, umile e trasparente, giunge l’appello alla purificazione dei pensieri.

Sono spesso i piccoli gesti di ogni giorno a suscitare, a volte improvvisamente, pensieri altri. Dall’emergenza può venire un richiamo alla responsabilità verso il futuro.