Nuova vita a oggetti e vestiti usati. Moda sostenibile al Triciclo di Bergamo

Una cultura della sostenibilità ambientale e del second hand che sia anche una ricerca del bello e un modello di inclusione sociale: è ciò che propone il Laboratorio Triciclo della Cooperativa Ruah a Bergamo. Un luogo – attivo dal 1997 – dove sostenibilità e solidarietà vanno a braccetto, e che per il 2021 è pronto a stupire con altre novità. Le tre erre che caratterizzano il logo (un triciclo che di strada ne ha fatta negli anni) stanno a significare Ritiro, Riuso e Riciclo e trovano la loro concretezza sul territorio realizzando allo stesso tempo inclusione sociale: attraverso il lavoro Cooperativa Ruah riesce a inserire nell’Area di Economie di solidarietà – di cui il Triciclo è il cuore pulsante – persone in difficoltà economiche o sociali, segnalate dai servizi sociali, dando loro la possibilità di ripartire da zero e riprendere in mano la propria vita, riacquistando dignità ed autostima. All’inclusione si affianca il focus sulla fruizione sostenibile e sul ridare una nuova vita ad oggetti e vestiti : « Vogliamo trasmettere il concetto di sostenibilità con un occhio di riguardo anche all’estetica, al senso del bello – spiega Paola Pesenti Bolognini, operatrice del Laboratorio Triciclo -.

La nostra clientela è variegata : ci sono persone vulnerabili, con una situazione economico – sociale non sempre semplice, oltre a chi, invece, viene da noi per una consapevolezza dell’attenzione all’ambiente e al sociale che sta dietro il nostro lavoro ». Nel Laboratorio Triciclo si possono trovare mobili, oggetti di casa e vestiti, tutti di seconda mano, frutto di un’attenta selezione. Con delle novità in arrivo : il negozio Rivestiti – in cui il vintage era maggiormente valorizzato -, aperto dapprima a Seriate e poi a Bergamo, in via Broseta, si trasferirà al Triciclo, in un angolo appositamente allestito, l’ “Atelier Triciclo”. «A differenza degli abiti già presenti al Triciclo – prosegue Pesenti Bolognini -, in questo angolo ci sarà una maggiore attenzione nel rivestirsi di cose che abbiano una bellezza. Si troveranno pezzi particolari, speciali, insomma ciò che caratterizza quello che chiamiamo moda. Una moda che possa essere a disposizione anche di chi ha delle vulnerabilità : finché Rivestiti era lontano, ciò non era possibile. La ricerca del bello permette anche di stare meglio. Il trasferimento di Rivestiti ci darà la possibilità di trasmettere a molte più persone la potenzialità del riuso con un’educazione al bello. Per il futuro, come indicato nel nome stesso, l’obiettivo è di riproporre, rielaborare i vestiti, utilizzando tessuti, colori, ciò che passerà tra le nostre mani, sempre nell’ottica di un’economia circolare ». Un’operazione forse non semplice, visto il periodo particolare in cui il tutto ha preso vita, una sfida che il Triciclo si prepara a vincere, aspettando di poter riaprire le proprie porte appena la zona rossa decadrà. Tutto ciò che si trova al Triciclo, viene portato direttamente dalle persone o selezionato dagli sgomberi effettuati a richiesta, ma l’imperativo è sempre lo stesso, ossia non buttare, ma ridare vita a quegli oggetti : « Dietro ogni oggetto c’è una storia, un pezzo di vita, una memoria, soprattutto se si tratta di cose del passato. Le persone ci chiedono di ridar loro vita, non vogliono che vengano buttati via ». E conclude: “Rivisiteremo le tre R con maggior forza, cercando di rafforzare la cultura dell’economia circolare sia all’interno della Ruah, sia con la cittadinanza. Saranno istituiti dei percorsi museali in cui i cittadini e le scolaresche potranno venire a visitare la nostra realtà, e toccare con mano ciò che facciamo”.