Romano, Fausto Colombo e Stefano Laffi al festival «Grammatica delle passioni»

«Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione».

Citando le parole della giornalista Oriana Fallaci, torna, alla sua seconda edizione, il Rotary Festival della Cultura «Grammatica delle passioni – Conversazioni sul contemporaneo». Dopo il successo in presenza, della prima edizione, nell’autunno del 2019, ora il festival arriva online, dal 23 aprile al 7 maggio, nuovamente promosso e realizzato dal Rotary Club di Romano di Lombardia in collaborazione con l’amministrazione comunale, per il ciclo delle manifestazioni dell’850esimo anniversario della nascita della città, la Fondazione Opere Pie Riunite G.B. Rubini e patrocinato dal Club Rotary del Gruppo Orobico 2.

«Eravamo partiti con la prima edizione al Teatro Rubini di Romano dove, attraverso dei testimoni, le passioni erano come degli strumenti per fare i conti col nostro tempo e abbandonarsi alla loro dimensione più istintiva» racconta il professore di Storia Culturale e Letteratura Inglese dell’Università degli Studi di Bergamo Fabio Cleto e direttore scientifico del festival. Quest’anno, afferma Chiara Brignoli, assessore alla Cultura di Romano di Lombardia, «al fine di portare la cultura ai cittadini romanesi anche a distanza», e aggiunge, la presidente Iva Conti Schivardi del Rotary Club di Romano di Lombardia, «in un periodo di affanno e di disorientamento, le passioni saranno intese come motore, oggetto e fine per riprendere il controllo del nostro tempo», attraverso le seguenti parole: verità, sperimentazione e cura. Di fatto precisa il professor Cleto: «la verità è una passione fondamentale nella misura in cui viene contestata e negata; sperimentare è la passione che spinge, un processo invocato dal tempo che viviamo, per esempio quando Ulisse esplora e supera le colonne di Ercole e la cura è il confronto con la malattia da un lato e dall’altro l’assunzione di responsabilità». 

In programma, per questa nuova edizione del Rotary Festival della Cultura «Grammatica delle passioni – Conversazioni sul contemporaneo», ci saranno tre appuntamenti che si terranno alle 20.30, e saranno trasmessi sul sito ufficiale del Rotary Club di Romano di Lombardia, «per far conoscere le attività rotariane sia all’interno della comunità romanese, sia italiana e internazionale;  il festival è un ottimo veicolo anche per provare a entrare e avvicinarsi al club» afferma Mirko Rossi che si occupa della Pubblica Immagine del Rotary Club romanese. Ma inediti saranno soprattutto gli ospiti, scrittori e studiosi di fama internazionale quali Fausto Colombo, Nicoletta Vallorani e Stefano Laffi che interverranno, precisa il professor Cleto, «in una modalità di intervista e conversazione registrata, restituendo immediatezza e autenticità all’incontro».

Inoltre, ad anticipare gli interventi, saranno pubblicati online un video cumulativo della durata di un minuto e 23 secondi e delle video pillole di 40 secondi con un assaggio dell’intervista.  

Le registrazioni e il montaggio audio-video sono stati curati da Alberto e Carlo Valtellina e avranno la durata di 45 minuti.

Il professore Fausto Colombo intervistato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Si partirà con il festival vero e proprio, venerdì 23 aprile e si parlerà di «Verità» in compagnia di Fausto Colombo, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove dirige il dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo, ed è delegato rettorale alla comunicazione. Accanto all’attività accademica, Colombo è animatore culturale: ha lavorato per la Biennale di Venezia come curatore di mostre, è stato membro del comitato scientifico della Triennale di Milano e ha fatto parte del comitato di progettazione di Rai Educational. Fra i suoi numerosi volumi ci sono: La cultura sottile. L’industria culturale in Italia dall’Ottocento agli anni Novanta (Bompiani 1998), Boom. Storia di quelli che non hanno fatto il sessantotto (Bompiani 2008), Il paese leggero. Gli italiani e i media fra contestazione e riflusso (Laterza 2012), Il potere socievole. Storia e critica dei social media (Bruno Mondadori 2013), Imago Pietatis. Indagine su fotografia e compassione (Vita e Pensiero 2018) ed Ecologia dei media. Manifesto per una comunicazione gentile (Vita e Pensiero 2020).

Nel secondo incontro, venerdì 30 aprile, interverrà il ricercatore sociale Stefano Laffi dall’agenzia di ricerca “Codici” per la quale lavora e discuterà sulla parola «Sperimentare». Laffi ha collaborato con la Rai, Radio Popolare, oggi con le riviste Lo Straniero e Gli asini. Nelle sue ricerce si è occupato di: mutamento sociale, culture giovanili, processi di emarginazione, consumi e dipendenze. Tra i suoi scritti ci sono: Il furto. Mercificazione dell’età giovanile (L’Ancora del Mediterraneo 2000), L’educazione diffusa (L’Ancora del Mediterraneo 2003), Terre in disordine (minimum fax 2009) e La congiura contro i giovani. Crisi degli adulti e riscatto delle nuove generazioni (Feltrinelli 2014). Ha  anche curato Le pratiche dell’inchiesta sociale (Edizioni dell’Asino 2009), Crescere nonostante. Un romanzo di formazione (Edizioni dell’Asino 2015), e Quello che dovete sapere di me. I ragazzi parlano (Feltrinelli 2016).

Infine, venerdì 7 maggio, parlerà la professoressa ricercatrice, scrittrice e traduttrice Nicoletta Vallorani di «Cura» dalla libreria di quartiere NOI di Milano.
Lettrice onnivora e docente di Letteratura inglese e angloamericana all’Università degli Studi di Milano, esordisce con Il cuore finto di DR (Premio Urania nel 1993, tradotto in Francia da Rivages), per poi continuare a scrivere seguendo la doppia pista del noir e della fantascienza. Tra i suoi libri, ci sono: La fidanzata di Zorro, il primo di quattro romanzi “nomadi” (apparsi per Marcos y Marcos, Einaudi, VerdeNero), a cui è stato assegnato il Premio Zanclea nel 1996, e la serie è stata pubblicata in Francia da Gallimard; Le madri cattive (Salani – Petrolio, 2011) con cui ha ottenuto il Premio Maria Teresa Di Lascia nel 2012 e Avrai i miei occhi (Zona42, 2020). Come ricercatrice, la dottoressa Vallorani si occupa di migrazione e traduzione, studi di genere e geografie urbane, con riferimento specifico a testi letterari e visivi.

Gli incontri saranno accessibili gratuitamente sul sito www.rotaryromano.it . In caso di minori restrizioni con la possibile riapertura dei teatri, si potrà, rispettando le normative vigenti, assistere in presenza alle video interviste presso il Teatro delle Opere Pie Rubini di Romano di Lombardia a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Qui sotto il promo degli appuntamenti del festival: