Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: lo spreco è la misura adatta all’amore

“Mentre stava alla mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di grande valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo” 

Mc 14,3-9.

Mi ha sempre colpito questa scena del vangelo di Marco. Un gesto apparentemente assurdo: perché sprecare una cosa così preziosa? Tutto quel profumo per una sola persona? Davvero non era più conveniente venderlo per molti denari e destinarli ai più bisognosi? Domanda che nasce oggi come allora ai commensali di quel banchetto.

Sembrerebbe che questa donna porti tra le mani qualcosa che è ancora più prezioso del nardo stesso, dei denari equivalenti. Sta portando l’amore raccolto nella sua vita per offrirlo a quella persona che l’ha saputa amare per prima. Quel vaso è finalmente pronto per essere rotto; solo così il profumo può irrorare il capo di Gesù e avvolgere i commensali. Ci vuole una rottura per una liberazione. Gesù vede e riconosce il grande valore simbolico di questo gesto. Vede una donna che non ha paura di giocare tutto quello che ha e non si preoccupa di capire questo “tutto” da dove viene e quanto vale, ma sa vedere oltre. Gesù vede una donna che si è decisa per l’amore. E la difende davanti a tutti. Anzi, la propone come esempio per comprendere e vivere il Vangelo. 

Questa donna provoca molto anche noi che spesso per paura nascondiamo il vaso della nostra vita proteggendolo dagli sprechi. Ma se fosse proprio lo spreco la misura adatta all’amore? Come il profumo che non può esprimersi se non versandosi, così l’amore non può essere vero se non donato. Non è con i calcoli che si dona la vita, ma solamente nella risposta ad un amore che per primo si è sprecato per noi, per la nostra salvezza, per la nostra vita. “Non c’è amore più grande di questo: dare la propria vita per gli amici” (Gv 15,13). Questo dono avviene nella quotidianità di una mensa, nella quotidianità di un saluto, di un incontro, di un sorriso, di una lacrima condivisa, di un perdono accordato, di una parola donata, di un ascolto offerto. Non c’è misura più adatta dello spreco e non c’è luogo più opportuno che la quotidianità per decidersi per l’amore.