Estate, al centro la relazione: cosa dicono le linee guida per i Cre

Finalmente ci siamo: uno dei passi più importanti per l’estate è stato fatto. Il Ministero della Salute ha emanato le linee guida per le attività estive e ora gli oratori posso continuare la progettazione con delle basi più solide. Le indicazioni aprono a uno scenario più rassicurante rispetto al contesto dello scorso anno, ma non per questo meno cauto. Si ampliano i gruppi, il rapporto numerico tra maggiorenni e minorenni si allenta e gli adolescenti tornano ad essere protagonisti com’era stato auspicato. Ormai manca meno di un mese alla partenza dei primissimi Cre e gli oratori sono pronti per accogliere bambini, ragazzi, adolescenti e giovani in un’altra avventura estiva.

Le linee guida divulgate dalla diocesi di Bergamo lo scorso 24 maggio evidenziano gli obblighi essenziali rispetto alle norme anti-contagio e danno dei suggerimenti di natura organizzativa. Tra i doveri dei responsabili, ma anche dei partecipanti ci sono il mantenimento del distanziamento interpersonale (soprattutto nei luoghi chiusi per i quali occorre garantire almeno un metro di separazione), l’uso costante della mascherina, l’igienizzazione, il triage di accoglienza con il tracciamento delle presenze, la necessaria segnaletica informativa, la definizione di un’area di isolamento nel caso qualcuno manifestasse sintomi e l’organizzazione di pulizie approfondite per l’igienizzazione di tutti gli ambienti. Durante l’ultimo anno, tutti hanno avuto modo di conoscere e imparare tutte le azioni necessarie per evitare il contagio e alcune prassi sono ormai diventate abitudinarie.

Oltre alla consapevolezza di ciò che si vive, quindi, c’è la tanto attesa occasione di tornare ad occuparsi della socialità delle giovani generazioni. Il CRE permette a molti bambini e ragazzi di tornare ad assaporare momenti di relazione, attività di animazione e gioco, ma anche di informalità, un elemento cruciale che negli oratori ha sempre rappresentato uno strumento di crescita non indifferente. I più grandi, gli adolescenti e i giovani, torneranno ad essere investiti di quella responsabilità che li rende protagonisti e un po’ dei supereroi agli occhi dei più piccoli. In questa dinamica intergenerazionale, il CRE fa spiccare tutta la sua valenza educativa per ogni fascia d’età: tutti crescono all’unisono. Proprio per preservare e curare al meglio quest’aspetto, la diocesi suggerisce di creare dei gruppi che non superino i quindici minori e di non affidare più di due gruppi a ciascun maggiorenne. “Le linee guida ci hanno fatto tirare un bel sospiro di sollievo -ha spiegato don Emanuele Poletti, direttore UPEE durante la serata di presentazione delle linee guida-. L’ottimismo ragionevole di cui parlavamo lo scorso 16 aprile si è concretizzano e non ci sono delle indicazioni dal punto di vista numerico per la creazione delle bolle. Tuttavia, sulla scorsa dell’anno scorso anno e dell’esperienza significativa che abbiamo vissuto, suggeriamo di creare gruppi composti al massimo da quindici minorenni. Questo ci sembra un numero ragionevole per garantire una relazione educativa buona ed efficace”. Oggi, come un anno fa, si è di fronte a un’estate che dà speranza, ma stavolta con più consapevolezze in tasca e un desiderio ancora maggiore di mettere al centro la relazione, l’educazione e il bene dei più giovani della comunità.

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