Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. La paura del naufragio sempre dietro l’angolo

E se la paura del naufragio ci paralizza? È il tema della meditazione della settimana a cura dei giovani collaboratori dell’Ufficio diocesana Tempi dello Spirito.

Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

Mc 4, 37-39

Tempi di… tempeste. Di alte maree e di bufere. Tra rischi di fare naufragio e paure di affondare. Oppure di perdersi in mezzo ad un mare non più navigabile o ancora di restare bloccato a riva.

La paura è entrata con violenza nelle nostre vite. Nelle ferite e nelle incertezze. Dove la nostra vita è stata toccata da drammi quali l’epidemia, l’isolamento, le perdite, la nostra fragilità si è fatta sempre più sensibile. Ci sentiamo più esposti al naufragio e più vulnerabili. Con il rischio, per reazione, di ripiegarsi e chiudersi. La paura può portare all’isolamento, ma in ogni caso mette alla prova. È un tempo di crisi che solleva interrogativi e apre spazi di senso. Come dice Gesù agli amici che si trovano sulla sua stessa barca, la risposta alla paura è la fede. 

Quando hai paura, devi chiederti in cosa credi. Quando sei in mezzo alla tempesta, devi trovare un appiglio in quella relazione che ti dà vita. Sì, perché la fede ti dà innanzitutto la certezza di non essere solo, di non dover fare affidamento solo sulle tue forze per ritrovare la bonaccia. E ti riporta in un abbraccio che salva. Quando pensi di essere abbandonato, scopri di essere di qualcuno e per qualcuno. Benedetto e amato. E a tua volta capace di benedizione e amore. Non è una consolazione edulcorante e non è un privilegio per pochi. È una questione di sguardi: chi tiene gli occhi e il cuore ripiegati su sé stesso fatica a vedere dentro quale relazione di amore si trova.

La fede è una di quelle questioni di fronte a cui la vita ti pone, senza che tu possa trovare via di fuga. I momenti di paura e crisi che stiamo attraversando rendono ancora più evidente l’urgenza di chiedersi in cosa (in chi) credi. Proprio quando percepisci sulla pelle la fragilità dell’esistenza.

E se fossero proprio i momenti di tempesta e di paura, di vento e di crisi a farci crescere?