Papa Francesco: “Non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo”

“Il Signore è eterno e non va mai in pensione, mai”. Lo scrive il Papa, nel messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, in programma il 25 luglio sul tema: “Io sono con te tutti i giorni”. Il Signore, ricorda Francesco, “manda gli operai nella sua vigna ad ogni ora del giorno, in ogni stagione della vita, senza mai mandarli in pensione”: “Io stesso posso testimoniare di aver ricevuto la chiamata a diventare Vescovo di Roma quando avevo raggiunto, per così dire, l’età della pensione e già immaginavo di non poter più fare molto di nuovo”, fa notare il Papa: “Il Signore sempre è vicino a noi, sempre, con nuovi inviti, con nuove parole, con la sua consolazione, ma sempre è vicino a noi”. “La nostra vocazione è quella di custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli”, sottolinea Francesco: “Ascoltate bene: qual è la vocazione nostra oggi, alla nostra età? Custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli. Non dimenticate questo. Non importa quanti anni hai, se lavori ancora oppure no, se sei in pensione, se sei rimasto solo o hai una famiglia, se sei diventato nonna o nonno da giovane o più in là con gli anni, se sei ancora autonomo o se hai bisogno di essere assistito, perché non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo, dal compito di trasmettere le tradizioni ai nipoti. C’è bisogno di mettersi in cammino e, soprattutto, di uscire da sé stessi per intraprendere qualcosa di nuovo”.
“C’è bisogno di te per costruire, nella fraternità e nell’amicizia sociale, il mondo di domani: quello in cui vivremo – noi con i nostri figli e nipoti – quando la tempesta si sarà placata”. Così il Papa, nel messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, dà del “tu” ai suoi destinatari, per l’appuntamento del 25 luglio. Tutti “dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite”, l’indicazione per uscire dalla pandemia. Nel messaggio, Francesco elenca tutte le possibili obiezioni da parte dei destinatari: “Come è possibile? Le mie energie vanno esaurendosi e non credo di poter fare molto. Come posso incominciare a comportarmi in maniera differente quando l’abitudine è divenuta la regola della mia esistenza? Come posso dedicarmi a chi è più povero quando ho già tanti pensieri per la mia famiglia? Come posso allargare il mio sguardo se non mi è nemmeno consentito uscire dalla residenza in cui vivo? La mia solitudine non è un macigno troppo pesante? Quanti di voi si fanno questa domanda: la mia solitudine non è un macigno troppo pesante?”. È la stessa domanda che Gesù si è sentito rivolgere da Nicodemo, il quale gli chiese: “Come può nascere un uomo quando è vecchio?”. “Ciò può avvenire, risponde il Signore, aprendo il proprio cuore all’opera dello Spirito Santo che soffia dove vuole”, spiega il Papa: “Lo Spirito Santo, con quella libertà che ha, va dappertutto e fa quello che vuole. Come ho più volte ripetuto, dalla crisi in cui il mondo versa non usciremo uguali: usciremo migliori o peggiori”. “E voglia il Cielo che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare – siamo duri di testa noi! –. Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori”, l’appello sulla scorta della Fratelli tutti: “Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca. Nessuno si salva da solo. Debitori gli uni degli altri. Fratelli tutti”.
“Tutta la Chiesa ti è vicina – diciamo meglio, ci è vicina -: si preoccupa di te, ti vuole bene e non vuole lasciarti solo!”. Sono le parole del Papa, nel messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, in programma il 25 luglio sul tema: “Io sono con te tutti i giorni”. “So bene che questo messaggio ti raggiunge in un tempo difficile”, prosegue Francesco: “La pandemia è stata una tempesta inaspettata e furiosa, una dura prova che si è abbattuta sulla vita di ciascuno, ma che a noi anziani ha riservato un trattamento speciale, un trattamento più duro. Moltissimi di noi si sono ammalati, e tanti se ne sono andati, o hanno visto spegnersi la vita dei propri sposi o dei propri cari, troppi sono stati costretti alla solitudine per un tempo lunghissimo, isolati. Il Signore conosce ognuna delle nostre sofferenze di questo tempo. Egli è accanto a quanti vivono l’esperienza dolorosa di essere messi da parte; la nostra solitudine – resa più dura dalla pandemia – non gli è indifferente”. “Anche quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia, il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: ‘Io sono con te tutti i giorni’”, assicura Francesco citando gli affreschi di Giotto: “Lo dice a te, lo dice a me, a tutti. È questo il senso di questa Giornata che ho voluto si celebrasse per la prima volta proprio in quest’anno, dopo un lungo isolamento e una ripresa della vita sociale ancora lenta: che ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo! Alcune volte essi avranno il volto dei nostri nipoti, altre dei familiari, degli amici di sempre o di quelli che abbiamo conosciuto proprio in questo momento difficile. In questo periodo abbiamo imparato a comprendere quanto siano importanti per ognuno di noi gli abbracci e le visite, e come mi rattrista il fatto che in alcuni luoghi queste non siano ancora possibili! Il Signore, però, ci invia i suoi messaggeri anche attraverso la Parola di Dio, che Egli mai fa mancare alla nostra vita”.