DeSidera parte da Caravaggio: “Una stagione di rinascita, nel segno della fiducia reciproca”

La stagione 2021 di deSidera Teatro (www.teatrodesidera.it), si apre, sabato 26 giugno, a Caravaggio dove, nel Chiostro del Centro Civico San Bernardino (viale papa Giovanni XXIII, ore 21.15), viene presentato lo spettacolo “Mamma a carico. Mia figlia ha novant’anni” di e con Gianna Coletti, regia di Gabriele Scotti (replica venerdì 2 luglio, ore 21.15, nella Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto). Della stagione ne abbiamo parlato con Gabriele Allevi che dirige il Festival insieme allo scrittore Luca Doninelli.

Hai definito questa che si sta per aprire, una “stagione toccata dalla grazia”, tanto che il logo, il simbolo che la contraddistingue, è il cuore di un ex-voto, un immagine che rimanda ad una antica devozione popolare.

«Abbiamo scelto questa immagine, che è molto forte, proprio perché nel territorio bergamasco è forte una tradizione religiosa, il cuore ha voluto fare riferimento a quello, ma si rivolge anche alle nuove generazioni che magari non si ricordano affatto del significato di quell’oggetto. Sentiamo che c’è un bisogno assoluto, sia delle comunità, amministrazioni pubbliche, parrocchie, sia delle persone, a tornare a guardarsi con fiducia reciproca, questo lo abbiamo sentito in maniera oggettiva, mai come quest’anno siamo stati interpellati e chiamati per venire incontro a questo bisogno di riprendere una vita ordinaria non “come prima”, perché per me questo è proprio sbagliato, ma di riprendere una nuova fiducia reciproca. Come nella ricostruzione post bellica dove si esce da una prova e ci si guarda con una intesa reciproca di mettersi insieme e di ricostruire qualcosa che non esisteva prima. Ecco, io questa sensazione la sento fortissima ».

È un programma ricchissimo quello di deSidera 2021.

«Sì, abbiamo 50 date, abbiamo dovuto ampliare la squadra dei collaboratori, perché siamo presenti con almeno due persone ad ogni appuntamento, abbiamo sentito il dovere di dire di sì a tutti».

Avete dovuto anche affrontare diverse difficoltà.

«Ci siamo attrezzati già l’anno scorso, tutte le serate sono su prenotazione, terremo il registro dei presenti per 15 giorni come obbligo e saremo presenti sulle piazze con l’aiuto dei comuni e della protezione civile per fare i controlli con ingressi contingentati, tutti gli spettatori saranno seduti. Sono tutte cautele che abbiamo già sperimentato l’anno scorso, che non hanno tolto niente dell’esperienza teatrale che noi proponiamo».

Perché, appunto, deSidera non si è fermato nemmeno l’anno scorso.

«No, l’anno scorso noi siamo stati quasi travolti, ci siamo detti “ci proviamo?”, Abbiamo lanciato questa sfida alle Amministrazioni e in quindici giorni avevamo pronta la stagione tutti han detto: “ci siamo”. È la stessa cosa che è successa quest’anno, anche se in maniera più strutturata. I vaccini han fatto la loro parte però c’è anche un po’ di paura, c’è tanta voglia di normalità ma anche un po’ di stanchezza perché un anno e mezzo di isolamento ha comunque lasciato il segno».

deSidera ha un successo strepitoso presentando spettacoli divertenti ma anche impegnativi che affrontano temi come la spiritualità, la religiosità, c’è un bisogno di questo impegno e non solo di andare a teatro per ridere?

«Assolutamente, trovo che sia sbagliato interpretare il desiderio di riprendere, che tutti sentiamo, come un desiderio di puro divertimento, secondo me non è vero, la gente ha voglia di riprendere ma proprio perché è stata in qualche modo interpella fortemente da questa epidemia, ha bisogno di scoprire qualcosa di solido su cui appoggiarsi, noi non ci siamo tirati indietro. In cartellone infatti troviamo proposte impegnative: Dante, l’Antigone, Il cavaliere inesistente, noi pensiamo che in questo momento servano proposte serie e forti. Non è il momento del puro divertimento».