C’era una volta Redona: un album fotografico racconta la storia del quartiere

Il tempo passa sempre più in fretta e molto spesso getta nell’oblio il passato anche recente e le radici che hanno costruito il nostro oggi. Questa realtà vale soprattutto per i quartieri cittadini, che negli ultimi decenni hanno visto trasformare pressoché totalmente le loro caratteristiche sociali, economiche, culturali, abitative e paesaggistiche. Questa descrizione calza perfettamente per il quartiere cittadino di Redona, ormai totalmente diverso rispetto a decenni fa. Dei 6.000 residenti, i nativi sono ormai una esigua minoranza e rischiano di dimenticare le proprie radici. E i nuovi arrivati non conoscono il passato recente del quartiere. In questo contesto, Mino Arnoldi, 65 anni, un abitante storico di Redona, ha pubblicato un libro-album fotografico (112 pagine, 254 foto con didascalie esplicative e sintesi storica) intitolato «Redona com’era». Il laborioso lavoro di raccolta è durato oltre un anno. «La passione per la fotografia e la stampa coltivate negli anni di lavoro — racconta Arnoldi, ora pensionato — sono state la molla che ha fatto scattare le ricerche. La raccolta del materiale man mano aumentata considerevolmente grazie ai consigli e ai contributi di tante persone». Ogni foto racconta un tratto di storia redonese da ricordare, custodire e tramandare: le chiese del territorio, l’oratorio, le cascine (tutte ammodernate), l’ex cimitero, le vie, l’asilo infantile delle suore Sacramentine, le persone, le colline, i mestieri di un tempo. Le foto mostrano anche luoghi ormai scomparsi, oppure profondamente cambiati o irriconoscibili.

L’album è corredato da una sintesi storica, di cui autore è lo scrivente, che ha al suo attivo una pubblicazione sulla parrocchia di Redona, citata per la prima volta in un documento del 1260. L’attuale vasta chiesa parrocchiale è stata consacrata il 30 ottobre 1909 dal vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi. Grazie alla roggia Serio e alla posizione geografica, Redona ha avuto una precoce vocazione industriale: già nel 1600 è documentata la presenza di opifici. A metà Novecento c’erano ben 37 industrie (ora abbattute) e la popolazione era già per metà operaia, mentre stava calando il numero di persone addette soltanto all’agricoltura, fino ad allora fiorente. Redona è ormai immersa nel traffico. Eppure, anche se può sembrare incredibile, grazie al verde delle sue colline, fino agli albori del Novecento è stata una località molto ricercata dalle famiglie facoltose della città per vi avevano fatto costruire residenze per trascorrervi il periodo estivo. Il libro-album (5 euro) si può richiedere a Mino Arnoldi, alle edicole locali, all’erboristeria Valseriana e al bar La luna bianca.