La sobrietà secondo il teologo Wilde: l’arte di mantenere un cuore vigile

La proposta di lettura della Biblioteca diocesana del Seminario Giovanni XXIII: il saggio di Mauritius Wilde, Sobrietà, Queriniana 2021.

La copertina del volume

In questo libro Mauritius Wilde, teologo e monaco benedettino, invita a riscoprire la virtù cristiana della sobrietà. Egli prende in esame le diverse sfaccettature di questo concetto antico eppure così attuale e mostra quale significato spirituale e pratico possa avere anche per noi oggi, al di là dei luoghi comuni per i quali questo concetto può suonare poco attraente e ormai sorpassato.

Di fronte alle difficoltà che ingombrano la vita di ciascuno, sono due le tentazioni fondamentali: volgere semplicemente lo sguardo altrove, distrarsi, ‘ubriacarsi’ e ‘stordirsi’, oppure farsi assorbire totalmente dalle preoccupazioni. La sobrietà può essere quell’habitus che aiuta a illuminare lo sguardo e a reagire in maniera adeguata.

Wilde sottolinea come tutta la nostra vita, dai bisogni fisici alla rete delle relazioni e degli affetti, si gioca sul mantenere un giusto equilibrio; quando, per un qualsiasi motivo, non ci riusciamo scatta il fenomeno della compensazione: si inizia col nascondere qualche aspetto o problema agli altri e a se stessi compensandolo con un eccesso (il cibo, l’alcol, il sesso, il gioco, i social, le novità) che presto crea dipendenza.

La sobrietà può essere quindi la risposta a certi stili di vita diffusi che indicano in questi eccessi l’unica fonte della felicità.

Per l’autore essere sobri non equivale ad essere controllati e distaccati; significa invece essere-presso-di-sé, essere coscienti di ciò che ci nutre e ci serve davvero, assumendone solamente tanto quanto ne abbiamo davvero bisogno. I mezzi per esercitarsi in questa virtù, mai posseduta una volta per tutte, sono il ritagliarsi momenti di silenzio, il fare ordine, il coltivare un atteggiamento di fiducia e lo stabilire delle misure (non solo nel mangiare e nel bere, ma anche nel lavoro, nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione), che aiutano a evitare di consumare ciò che può essere di peso al corpo, alla mente e allo spirito.

In ambito spirituale, la sobrietà svolge un ruolo importante da millenni come mostra l’autore citando numerosi passi della Bibbia, della Regola di San Benedetto e degli scritti di altri Padri: è una condizione nella quale si riesce a rimanere collegati alla realtà di ciò che si è e di ciò che si ha, a riconoscere ciò che è autentico, senza essere distratti e sopraffatti dalle proprie o dalle altrui preoccupazioni, passioni e pensieri, attraverso la quale si può raggiungere una condizione esistenziale piena di slancio e di gusto.

Silvia Piazzalunga

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