Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: e quindi uscimmo a riveder le stelle

Salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo. 

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Dante, Purgatorio, XXXIV, 136-139

Alcune cose accadono e ci colpiscono quando arrivano. Altre ci sono sempre, ma non smettono mai di meravigliarci. Alcune sere fa, in una libera uscita dopo lo sblocco dal lockdown, ho alzato la testa al cielo scuro. Non mi ricordavo che il firmamento fosse così bello. Sono rimasta alcuni minuti ad ammirare e cercare di interpretare cosa quei puntini lampeggianti volessero indicarmi.

Il firmamento è sempre stato immagine di ispirazione per molti, da chi vi interpretava il destino a chi lo legge come una mappa. Ed è proprio dall’immagine di questa mappa geografica che orienta i marinai dispersi nella notte e nei momenti più bui, dai cui mi lascio trasportare.

Tutto ciò mi fa pensare a come possiamo trovare le soluzioni. I marinai fan tanta fatica durante il loro viaggio, ma si affidano a chi riesce a leggere il firmamento desiderosi di raggiungere la meta.

Anche quando vedi una stella cadente esprimi un de-siderio (vocabolo che significa: distanza dalle stelle), qualcosa in cui sperare.

Ma per tutto ciò che possiamo desiderare troviamo una via? Preghiamo che la strada da percorre ci venga fornita come risposta, ma non sempre ci impegniamo a fondo. Chiediamo aiuto senza mai offrirlo ad altri.

È la fatica che comporta conquista, è il mettersi in discussione e raggiungere l’obiettivo che ci si pone, che ci fa andare avanti.

A volte speriamo, cerchiamo risposte per decisioni inarrivabili e invece la direzione da prendere ci è già indicata. A noi resta solo la scelta, il saper interpretare. Leggere ciò che abbiamo a portato di mano e calarlo nelle nostre intenzionalità.

Ora è tempo di tornare a guardare le stelle. Riprendere la rotta, cercare aiuto per direzionarsi sulla via della realtà che si de-sidera.