Dal Bodyshaming alla body positivity: vincere la paura del giudizio per i centimetri di troppo

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Il bodyshaming, un fenomeno in espansione e che mette a rischio l’autostima, soprattutto degli adolescenti, diventa più insidioso nei mesi estivi. D’estate, infatti, i centimetri di pelle scoperta aumentano, l’imbarazzo può essere in agguato.

Sentirsi a proprio agio col proprio corpo, per alcuni, può diventare un’ossessione. La ricerca di una perfezione che non esiste e che troppi modelli continuano a proporci può rendere la famigerata “prova costume”, fonte di angoscia e frustrazione.


Si parla di bodyshaming, un fenomeno molto radicato e in continuo aumento. Ne abbiamo parlato con la psicologa psicoterapeuta bergamasca Martina Menotti: “Il bodyshaming deriva da tutti quei commenti volti a far sentire l’individuo in una situazione di vergogna rispetto al proprio aspetto fisico. Si tratta perciò di una forma di bullismo verbale”.

Ha un forte impatto sulla quotidianità delle vittime e dei risvolti da un punto di vista fisico, psicologico e anche sociale. “Vivere nella società odierna – prosegue la Dottoressa – comporta, soprattutto per i giovanissimi, di essere continuamente esposti a immagini di corpi apparentemente perfetti.

La televisione, le pubblicità e in particolar modo i social media non lasciano spazio ai difetti. Non corrispondere a questi canoni di bellezza ideale significa quindi diventare con più facilità bersagli di bodyshaming, con le inevitabili ripercussioni psicologiche. La divulgazione di questo modello di corpo ideale rischia di generare aspettative irrealistiche sui modi in cui bisognerebbe apparire”.

Bodyshaming, gli adolescenti sono più vulnerabili

“Sono più vulnerabili a questo tipo di messaggi e al bodyshaming – continua la psicoterapeuta – gli adolescenti. Accade non solo perché sono i più attivi sui social media, ma anche perché vivono un passaggio, che è quello dall’infanzia all’età adulta, ricco di cambiamenti. Questo sviluppo della fisicità, della sessualità e della sfera cognitiva e psicologica fa sì che questi anni siano molto delicati e importanti nello sviluppo dell’identità”.

Avere la percezione di essere giudicati da questi canoni estetici può provocare anche delle conseguenze a lungo termine per l’individuo? “Sì, rischia di generare dei vortici emotivi di vergogna, ansia, rabbia e paura di non essere accettati.
In alcuni casi particolarmente delicati l’impatto di questo fenomeno può sfociare addirittura in un ritiro sociale o nella difficoltà di vivere in modo sereno le relazioni sia coi coetanei sia con gli adulti.
Gravi sono anche le ripercussioni sull’autostima e l’instaurarsi quindi di un circolo vizioso in cui manca la capacità di soddisfare i propri ideali, aumentando invece il senso di inadeguatezza.

Le radici dei disturbi del comportamento alimentare

Questa spirale di vergogna può degenerare fino al rischio di sviluppare patologie psichiche e psicologiche come i disturbi del comportamento alimentare. Alla luce di queste considerazioni- conclude la Dottoressa – è necessario che al giorno d’oggi si presti particolare attenzione a questo fenomeno crescente. BIsogna tenere a mente che i potenziali effetti di questo modo ideale di apparire sono abbastanza pericolosi sul benessere e sulla salute fisica e mentale degli individui, soprattutto adolescenti”.

C’è da dire che il cosiddetto body positivity, movimento che, in controtendenza, negli ultimi anni, promuove l’accettazione di tutti i tipi di corpo a prescindere da taglia, etnia, genere o abilità fisica, si sta lentamente facendo largo.  La strada per abbattere gli standard di bellezza e far riconoscere ad ogni corpo il proprio valore è ancora lunga, ma ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare la differenza.