Quel borgo, immerso nel verde, che ai bambini parla di libertà

“L’impresa è ardua. Servono esperienza e coraggio. Cammineremo per chilometri in salita, ci dovremo arrampicare, ci rotoleremo sull’erba schivando ostacoli, mangeremo quel che la natura ci regalerà, incontreremo bestie feroci, ci costruiremo rifugi, ci perderemo tra i silenzi e i rumori del bosco. Siete sicuri di volerlo fare?!”.

“Siiiii!!!!”.

“E allora via, in marcia”.

La storia si ripete in modo più o meno simile da anni. No, non porto i miei figli sulle pendici delle vette più alte o in luoghi sperduti del mondo. La nostra meta è Sparavera, un suggestivo borgo dell’Alta Val Brembana nel quale affondano le mie radici. I miei zii e mia madre sono tra le persone che hanno contribuito a farlo rivivere, riempiendolo di fiori, di voglia di fare, di progetti da intraprendere, di risate, di convivialità, di spazi da condividere.

Per Tommaso e Alice Sparavera significa libertà. Appena scendono dalla macchina corrono alla fontana a immergere le mani nell’acqua gelida, vanno a curiosare nel grande orto per vedere quali nuove verdure stiano spuntando, scavano, raccolgono, si nascondono tra gli angoli del borgo, sanno di poter trovare le uova fresche delle galline, sanno che se vogliono possono andare a salutare gli asini e le pecore.

Sanno che, di avventure, è possibile inventarne d’ogni tipo. Quella che io amo più di tutte è la “nottata in baita”. Partendo da Sparavera, percorrendo sentieri che attraversano boschi e prati, si va su su, sempre più su, fino ai Piazzoli, dove i miei zii hanno una baita che appena la guardi sa parlarti di pace, di natura, di bellezza. Tommy affronta la salita col suo bastone e il chiaro intento di giungere prima di tutti alla meta, Alice si perde a cercar fiori e fragoline, ogni albero racconta storie, ogni rumore fa volare la fantasia.

E una volta arrivati è un po’ come se tutto il borbottio che ti affolla la testa ogni giorno si placasse. E’ un po’ come staccare dal mondo, respirare a pieni polmoni, riempire gli occhi di meraviglia. I miei bimbi giocano per ore, tra i ceppi di legno, i formicai enormi, i tappeti di foglie del bosco. Poi, quando scende la sera, entrano nel sacco a pelo e si addormentano stanchi.

Sognano cervi da avvistare e tane nelle quali curiosare, sognano case sugli alberi e fiori da annaffiare.

“Buongiorno! Vedo che siete sopravvissuti alla nottata. Bravi. Preparatevi, perché anche oggi l’impresa sarà ardua. Siete sicuri di volerlo fare?!”.

“Siiiiii!!!!”.