Sguardi, voce e gesti. Sui banchi di scuola anche “Il corpo è docente”

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Un dettaglio dell'illustrazione di Francesco Chiacchio per la copertina de "Il corpo è docente"

Sguardi, gesti, contatti: di quanti elementi non verbali è fatta la comunicazione a scuola. Tutti aspetti che negli ultimi due anni di pandemia si sono smarriti. Ne parla “Il corpo è docente” (Erickson) di Daniela Lucangeli, professoressa ordinaria in psicologia dello sviluppo e Luca Vullo, autore e regista di cinema e teatro. Dal loro incontro è nata una collaborazione particolare, realizzata nel progetto Mind4children, sia in questo piccolo libro, con le illustrazioni di Francesco Chiacchio.

Nel volume si sommano prospettive diverse: scientifica, teatrale e divulgativa, sostenuti dall’apporto grafico dei disegni di Chiacchio.

Questo aspetto “umano” riflette un’attività educativa a tutto tondo, in cui l’osservazione, l’ascolto, la gestualità, le emozioni rivestono un ruolo essenziale, che deve essere adeguatamente approfondito ed esercitato. Il libro aiuta a prenderne consapevolezza e ad acquisire gli strumenti adatti. Non è adatto solo ai docenti della scuola dell’infanzia e della primaria, ma anche ai docenti delle scuole secondarie di secondo grado. Secondo Daniela Lucangeli, infatti “quando si lavora con bambini e adolescenti sapersi esprimere è risorsa fondamentale: espressioni del viso, movimenti delle mani, posture, tono, timbro e ritmo della voce, prossemica e contatto fisico sono tutti elementi determinanti per comunicare in modo efficace e soprattutto per fare in modo che ci ascoltino veramente”.

Le lezioni passano anche attraverso il corpo

Al termine di ogni capitolo vengono elencati i problemi emersi, vengono proposte delle soluzioni e degli esercizi pratici che possono aiutare sia i docenti sia gli alunni: da un lato possono essere un aiuto per mantenere viva l’attenzione e per organizzare lezioni più interessanti e avvincenti, dall’altro sono un modo per educare l’intelligenza emotiva, per gestire i conflitti e per migliorare il clima in classe. Un libro, quindi, che diventa uno strumento per i docenti e uno stimolo per gli alunni, visto che alcuni di questi esercizi sono pensati per i ragazzi stessi.

Il libro contiene indicazioni su come sviluppare meglio tutti gli aspetti della comunicazione non verbale, sviluppando una serie di problemi, soluzioni ed esercizi, per aiutare sia i docenti sia gli studenti. Un lavoro che può aiutare a mantenere viva l’attenzione, a migliorare le relazioni sia tra pari sia tra docente e alunni. Un aiuto concreto per aumentare anche il livello di attenzione e di coinvolgimento nelle lezioni, sfruttando anche gli aspetti fondamentali dell”‘intelligenza emotiva”.  

I docenti desiderano essere ascoltati. Ma anche gli alunni

Spesso i docenti desiderano essere ascoltati, ma qualcuno dimentica di guardare e ascoltare gli alunni, perché, come dicono gli autori del volume senza un vero contatto  «le parole si trasformano in foglie autunnali prive di vita e spazzate via dal vento». Uno spazio importante viene dato anche agli aspetti fondamentali dell’uso della voce e delle mani: è importante riuscire a esprimere tutte le potenzialità comunicative della voce e «le nostre mani possono diventare delle bacchette magiche perfette per attirare l’attenzione di chi abbiamo di fronte». Ma allora cosa distingue un “bravo” insegnante? Secondo gli autori del libro non è solo l’approfondita conoscenza della sua materia, ma la capacità di “comunicare il suo sapere nel modo migliore”. 

Il corpo è docente” cerca di raccogliere anche gli spunti e gli elementi utili offerti dall’insegnamento a distanza sperimentato nel periodo della pandemia, impegnandosi a mettere al centro le necessità e l’educazione dei ragazzi anche in questa situazione difficile: «Un buon maestro si adatta a ogni situazione pur di raggiungere il suo scopo: insegnare». Nell’ultimo capitolo si parla di inclusione, una naturale conseguenza di questa impostazione che tiene conto del corpo e secondo la quale la scuola diventa un luogo dove esprimere il proprio potenziale espressivo, creativo, umano, e non solo l’apprendimento in chiave “nozionistica”. Un ideale che forse (leggere per credere) non è così difficile da realizzare: il libro offre un punto di partenza e molti elementi di riflessione.