“Italia ripensaci”, la campagna che stimola le coscienze a scegliere pace e disarmo

« Italia ripensaci » è il nome della campagna nazionale, lanciata dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, per chiedere la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW, votato all’ONU nel 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021. L’obiettivo ? Coinvolgere l’Italia – almeno come Stato osservatore – alla prima conferenza degli Stati partner del Trattato. Una campagna fortemente promossa e sostenuta dalle Acli provinciali di Bergamo, l’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro, l’Azione Cattolica, il Movimento dei Focolari, la Caritas Bergamasca, e molte altre associazioni del territorio. 

14.900 è il numero delle testate atomiche presenti sul nostro pianeta, ognuna delle quali con una potenza dieci volte maggiore di quella che causò il disastro di Hiroshima e Nagasaki. Il 90% di esse è posseduto da Russia e Stati Uniti. Novanta si trovano in Italia, a Ghedi e Aviano. Nel 2021 25 i miliardi spesi dallo stato italiano in armamenti, l’8,1% in più rispetto al 2020, del 15,7% l’aumento rilevato rispetto al 2019 (dati Milex). Numeri che, se da una parte scoraggiano, dall’altra fanno capire ancora di più l’importanza di mettersi in gioco come cittadini. 

« La campagna nasce soprattutto da associazioni e movimenti dal basso –  dichiara Mario Ghidoni, membro di presidenza delle Acli di Bergamo delegato alla pace e alla mondialità -, realtà che hanno a cuore la costruzione della pace. Siamo perplessi e dispiaciuti pensando che il nostro Paese in passato è stato tra i promotori di importanti campagne legate al disarmo, ma per questo trattato ha votato contro. Noi lavoriamo con l’obiettivo di stimolare le coscienze : i governanti hanno un ruolo importante, ma i cittadini non sono da meno. La pace si costruisce solo attraverso pratiche e politiche di pace. Quello che ci preoccupa è che il dibattito su armamento e difesa non è né pubblico né politico, è inesistente ».

«Non vorremmo essere considerati una nicchia di pacifisti – dichiara don Cristiano Re, responsabile dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro -.  Purtroppo la pandemia non ci ha fatto uscire tutti più rappacificati, più vicini e più fratelli ; lo stesso linguaggio con cui è stata raccontata rimandava alla guerra. Ma l’approccio non è quello di vincere delle battaglie, bensì costruire una fraternità fatta di prossimità quotidiana. Questa campagna vuole essere uno sguardo attento a ciò che succede nel mondo, andando a sollecitare e provocare le nostre inerzie e i nostri colpevoli silenzi. Non vogliamo insegnare, ma metterci la faccia».

«Per capire la campagna – dichiara Pierangelo Mariani, membro del Movimento dei Focolari di Bergamo – occorre comprendere la genesi del trattato TPNW. Il trattato nasce da una conferenza dell’ONU a cui l’Italia non ha partecipato. Il trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021 e i paesi che hanno partecipato sono 129, insieme a diverse organizzazioni non governative. Ad interessarci in particolar modo è la posizione del nostro Paese: l’Italia ha votato per impedire di discutere il trattato. La ragione di questa scelta va rintracciata nell’adesione alla NATO, che non ha favorito la firma del Trattato TPNW. A farci ulteriormente riflettere è un sondaggio pubblicato da YouGov nel novembre 2020 :  l’87% degli italiani ritiene che l’Italia dovrebbe aderire al trattato ; il 74% vuole che le armi nucleari Usa vengano rimosse dal territorio italiano. Questo dimostra il grosso scollamento in atto tra il piano istituzionale e il coinvolgimento dei cittadini. Per questo la nostra campagna si pone l’obiettivo di dare voce e coinvolgere tutti i cittadini». 

«Quest’azione dal basso può avere successo solo se si riesce a creare sempre più rete – conclude Anacleto Grasselli, presidente dell’Azione Cattolica di Bergamo -. Oggi la questione degli armamenti sembra secondaria, di poca importanza, perchè non se ne parla. Riteniamo che si debba farla conoscere sempre più. A livello territoriale vorremmo offrire delle opportunità di maggiore conoscenza e sensibilità, con raccolte firme, diffondendo la campagna nelle parrocchie e sul territorio. Il 6 agosto alle 8.15 ci piacerebbe fermarci un minuto per ricordare l’avvenimento dell’esplosione della bomba atomica su Hiroshima. Diffonderemo l’iniziativa sui social e sui nostri siti, utilizzando appositi hashtag. Il 4 ottobre, invece, in occasione di San Francesco, vorremmo  fare un’azione simbolica presso Ghedi, base militare in cui sono conservate 20 bombe atomiche».  

Santalessandro.org

Anche il Santalessandro.org abbraccia la campagna: negli scorsi mesi ha ospitato sui propri canali social la rassegna online “Lo scandalo delle armi: al bando le armi nucleari”, promossa dalle ACLI e la Caritas di Bergamo, l’Azione Cattolica, il Movimento dei Focolari e l’Ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro. Due gli incontri, “Promuovere pace e disarmo” e “Le armi nucleari: illegali, immorali, illogiche”. I video sono visionabili sul nostro canale youtube: