Con la testa tra le nuvole. O tra l’erba. Le belle passeggiate coi bambini

“Alice, mi ascolti?! Possibile che tu abbia sempre la testa tra le nuvole?!”.

“In realtà non ho la testa tra le nuvole, mamma. Disegno sulla mia lavagnetta, la testa è qui, mica sulle nuvole. E ti sento anche benissimo. Che strano modo di dire comunque…”.

“Cosa, testa tra le nuvole? Beh, se ci pensi dà bene l’idea di qualcuno che è distratto, un po’ come se si perdesse a fissare le nuvole”.

“Chi guarda le nuvole è attentissimo mamma, deve scoprire forme, non farsi scappare quell’immagine che ha appena visto, deve subito urlarla al fratello prima che scompaia. Insomma, è un bel lavoro intenso. Sarebbe meglio dire una cosa tipo “avere la testa chiusa in una scatola“. Ecco, lì c’è buio, non puoi far niente, sei chiusa dentro, devi per forza distrarti o impazzisci”.

Alice pronuncia ogni singola parola senza minimamente alzare lo sguardo dal disegno che sta creando. Cammina nel prato senza inciampare, sembra esattamente dove voglia arrivare. Il fratello la precede tirando calci al pallone. Come sempre.

“Tommy, hai la testa in una scatola”.

“Cosa hai detto, Alice?”.

“Pensi solo al pallone. Hai la testa in una scatola”.

“Al massimo io la testa ce l’ho tra l’erba, per terra. Io guardo sempre per terra. Controllo ogni passaggio, ogni tiro, ogni salto. Conto le righe sul marciapiede e le piastrelle, ne calpesto una sì e una no”.

“Vaaaa bene bambini, sulle nuvole allora ci tengo solo la mia di testa, okey? Riportatemi giù voi quando è ora di cena, io intanto vago, volo, spengo il cervello, sogno ad occhi aperti”.

“Come fai a spegnere il cervello, mamma?!

“Come non detto bimbi. Avete vinto voi. Anche questa volta”.