Sardegna in fiamme: nella diocesi di Alghero-Bosa distrutti ventimila ettari di vegetazione

Foto Ansa Sir

Un’enorme distesa nera è lo scenario che si presenta, e rimarrà tale per i prossimi mesi, nel cuore della Sardegna e della diocesi di Alghero-Bosa, devastato dal fuoco.

Oltre ventimila ettari di vegetazione sono andati perduti. Centinaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per mettersi in salvo. L’incendio ha continuato ad avanzare, alimentato dal forte vento e dall’aria secca.

Tutto il Montiferru ha vissuto, tra sabato 24 e domenica 25 luglio, un vero inferno. Le fiamme si sono propagate tra le campagne, arrivando in alcuni casi sino al centro abitato. Dal Sir i drammatici racconti dai testimoni sul territorio

(Foto ANSA/SIR)

Un’enorme distesa nera è lo scenario che si presenta. Rimarrà tale per i prossimi mesi, nel cuore della Sardegna e della diocesi di Alghero-Bosa. Una zona devastato dalla violenza distruttrice del fuoco. Oltre ventimila ettari di vegetazione sono andati perduti. Centinaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per mettersi in salvo e sopravvivere all’avanzare progressivo dell’incendio. Lo hanno spinto il forte vento e l’aria secca.

Tutto il Montiferru ha vissuto, tra sabato 24 e domenica 25 luglio, un vero inferno. Non è stato possibile domare in tempi brevi le fiamme che si sono propagate tra le campagne, arrivando in alcuni casi sino al centro abitato. A Santu Lussurgiu, così come a Cuglieri sono state rase al suolo enormi superfici adibite a pascolo, allevamento di bestiame, produzioni vitivinicole e agricole.

Sardegna in fiamme, il parroco di Cuglieri racconta

Drammatico il racconto del parroco di Cuglieri, Don Mario Piras, all’indomani della tragedia che ha colpito la Comunità a lui affidata: “Dall’alto della Basilica di Santa Maria ad Nives è possibile vedere l’enorme danno prodotto da questo incendio apocalittico.

È uno scenario spettrale, con l’aria quasi irrespirabile totalmente invasa dalla fuliggine.

“Le fiamme – ha detto don Mario – sospinte dal forte vento sono arrivate sino a dentro il paese e sono state bruciate case, capannoni, l’ex Liceo di Cuglieri. Durante la notte le foglie infiammate degli alberi, ormai ridotti in cenere, hanno vagato pericolosamente in tutto l’abitato”.

A questo si aggiunge la tragica situazione di centinaia di allevatori che, nel migliore dei casi, sono riusciti a spostare gli animali in aree più sicure. L’avanzare cruento del fuoco ha fatto registrare la perdita – anche totale – dei capi di bestiame che rappresentavano la fonte di sostentamento dell’economia locale.

Altro settore profondamente intaccato è quello della produzione olearia. Centinaia di ulivi sono andati in fumo, compresi gli esemplari secolari che caratterizzavano quella porzione della nostra Isola.

A Santu Lussurgiu le fiamme non hanno toccato le abitazioni ma tutto intorno al paese non resta altro che cenere: “Alcune fiamme sono arrivate sino a ridosso delle case – ci racconta Tiziana – ma fortunatamente si è riusciti a spegnerle prima.

Il vento ha fatto ripartire l’incendio: abbiamo avuto paura

Quando pensavamo che il fuoco avesse ultimato di distruggere quanto era riuscito ad avvolgere, il vento nel pomeriggio ha fatto ripartire l’incendio. Arrivata la notte, a causa dell’assenza dei mezzi aerei di soccorso, abbiamo avuto realmente paura”.

Irriconoscibili le zone intorno a Tresnuraghes dove la furia devastatrice è scesa sino alla costa, alle spalle di Porto Alabe: “Mentre percorro in auto le strade che mettono in collegamento Tresnuraghes con Sennariolo, Scano di Montiferro e Cuglieri, mi rendo conto di quanta vegetazione sia stata totalmente cancellata. I sacrifici dei nostri lavoratori sono andati perduti”, commenta don Andrea Manca, parroco di Tresnuraghes e Magomadas.

“Serviranno anni per tornare ammirare le bellezze del nostro territorio”

“Serviranno anni per ammirare ancora una volta le bellezze ambientali del nostro territorio – è la riflessione di don Antonello Putzolu, guida della comunità di Scano di Montiferro –. Occorrerà intervenire subito per dare speranza e futuro alle tante famiglie che hanno perso la loro attività, inghiottita dal fuoco”. In molti casi oltre ad alberi e piante, sono stati distrutti mezzi e macchinari molto costosi, frutto di investimenti a lungo termine.

La solidarietà da parte del popolo sardo non si è fatta attendere,

sia durante l’incendio, quando si è cercato di sostenere il fondamentale operato dei Vigili del Fuoco, Corpo forestale, Barricelli, Protezione civile e l’esercito di volontari accorsi, sia dopo. Si è dovuto andare incontro a tanti bisogni delle famiglie che avevano perso la propria abitazione, o comunque non potevano accedervi, e agli anziani costretti ad abbandonare le case di riposo troppo vicine al confine di pericolo.

Sardegna solidale: uomini e mezzi per dare una mano

Già lunedì mattina trattori, camion, furgoni si sono recati sul luogo da ogni angolo della Sardegna per portare qualsiasi genere di bene, compreso quanto necessario per le esigenze del bestiame sopravvissuto all’incendio.

Tante le offerte di soccorso da parte di proprietari di seconde case: hanno messo a disposizione la loro dimora. Panificatori, agriturismi e ristoranti offrivano pasti a coloro che erano impossibilitati.

Le Amministrazioni, nel frattempo, stanno predisponendo un piano di coordinamento perché ogni gesto di prossimità non vada perduto.
La diocesi di Alghero-Bosa ha subito messo a disposizione la struttura dell’ex seminario di Bosa per poter ospitare quaranta anziani.

Il lavoro di accoglienza è stato curato dalla Croce Rossa Italiana, con la Misericordia di Alghero, i collaboratori dell’oratorio di Bosa e le associazioni di volontariato locali.

Significativo il contributo delle parrocchie durante la fase di emergenza, alle quali spetterà, arginato il problema, dare nuova prospettiva e rinnovata fiducia per la ripartenza.


La diocesi, per volontà del vescovo Mauro Maria Morfino, ha inoltre istituito un fondo di solidarietà denominato “Emergenza incendi Montiferru”. Un modo per tendere una mano alla popolazione ferita. Nello stesso conto il pastore della Chiesa di Alghero-Bosa ha accreditato la somma di € 50.000. La speranza è che la quota cresca progressivamente grazie alla generosità di quanti saranno sensibili al problema.

Per versare la propria offerta nello speciale “fondo”, sarà necessario predisporre un bonifico bancario con causale “Emergenza incendi Montiferru” all’Iban IT 57 D 01015 84890 000070770491.

(*) Giuseppe Manunta, direttore giornale diocesano “Dialogo” (Alghero-Bosa)

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