Olimpiadi, l’arte di ri-montare. La storia di Greg Paltrinieri, dalla malattia alla medaglia

Greg Paltrinieri

Ri-montare, ovvero recuperare, aggiustare, mettere al posto giusto qualcosa che un attimo prima lo era e un attimo dopo non lo è più. Ri-montare ha nel suo stesso significato uno sforzo, un sacrificio, una caduta e una rinascita. Un termine tecnico, quasi materiale tanto che la Treccani cita come primissimo esempio “rimontare un apparecchio, un dispositivo”. Ma ri-montare richiede anche uno sforzo mentale non indifferente. Ed è in questo solco che si insedia il suo significato un po’ più figurato che nello sport viene utilizzato molto spesso.

La rinascita di quelli che sfiorano la sconfitta

Anzi, dello sport la rimonta ne è una fiera esponente, una variante che infiamma, entusiasma, conquista, accende. La rimonta nello sport viene acclamata, sperata, sospirata, tifata perché contiene un significato profondo dello sport. È la rinascita di quelli che si apprestano ad essere sconfitti e si trasformano in vincitori. Pensiamo ai mondiali di ciclismo di Gap nel 1972 con l’azzurro Franco Bitossi superato a pochi centimetri dall’arrivo dall’altro azzurro Marino Basso. Pensiamo al Manchester United vincitore della Champions League nel 1999 ai danni del Bayern Monaco e potremmo andare avanti ancora…

La giornata di giovedì alle Olimpiadi di Tokyo ha regalato all’Italia 4 medaglie di cui due, splendide, ottenute proprio in rimonta. Sono l’oro della coppia Valentina Rodini e Federica Cesarini nel doppio pesi leggeri di canottaggio e l’argento di Gregorio Paltrinieri negli 800 stile. Nel primo caso l’imbarcazione azzurra ha condotto una gara di vertice, ma remando sempre in terza posizione, tallonando Olanda e Francia. Poi, negli ultimi 5 colpi – praticamente ad uno sbuffo dal traguardo – il colpo di coda. Così le due atlete sono riuscite a conquistare l’oro olimpico confermato solo dal fotofinish.

La rimonta da applausi di Greg Paltrinieri

Ancor più adatta ad una scenografia da applausi la rimonta di “Greg” Paltrinieri. Non bastava il Covid a complicare i piani di avvicinamento all’Olimpiade (variabile che ha toccato tutti). Il nostro ha dovuto pure affrontare una mononucleosi ad un mese esatto dai Giochi. Per antonomasia la mononucleosi è una delle malattie che per prima cosa toglie qualunque tipo di energia, chiedere a chi l’ha provata. Figuriamoci per un’atleta e figuriamoci per un fisico tirato come può essere quello di Paltrinieri che effetti devastanti ha avuto sulle sue prestazioni.

Eppure Greg Paltrinieri è rimasto a galla, si è curato, è guarito, è tornato ad allenarsi e a Tokyo si è ributtato in acqua qualificandosi per un soffio alla finale. Dal blocco degli ultimi 800 metri si è tuffato buttando – parole sue – il cuore più che la testa e ha “menato” sin dall’inizio. Poi la rimonta in acqua l’ha subita lui perché dopo essere stato in testa per gran parte della gara è stato scalzato dallo statunitense Finke nel finale. Ma la rimonta, quella vera e che sta dietro alla prestazione, l’ha compiuta lui. Ecco perché ci ha emozionato, ecco perché ci ha svegliato nel cuore della notte, ecco perché continueremo a fare il tifo per chi parte svantaggiato.

(Foto dall’account instagram dell’atleta)

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