Festa del Santo Perdono d’Assisi: “E’ meravigliosa la possibilità di vincere il peccato”

«Il Perdono d’Assisi è un dono grande e atteso che viene soltanto da Dio, anche se oggi molti si autoassolvono, oppure hanno smarrito il senso del peccato. Però nessuno rimane indifferente di fronte al male. E infatti molti nostri discorsi parlano di qualcosa che non va bene e anche la pandemia ne è un esempio».

La mattina del 2 agosto, nella basilica di Sant’Alessandro in Colonna, il vescovo Francesco Beschi ha presieduto la Messa solenne nella Festa del Santo Perdono d’Assisi, che ha visto nell’intera giornata, nel rispetto delle restrizioni anticovid, la presenza di migliaia di persone, provenienti da Bergamasca, Lecchese, Brianza e Comasco, giunte per lucrare l’indulgenza plenaria ai defunti e per rinnovare l’iscrizione all’omonima associazione.

Presenti in basilica anche Ferruccio Rota, presidente del Consiglio comunale, e Stefano Rovetta, presidente diocesano dell’associazione. Insieme alla Messa del vescovo, il momento intenso della Festa è stata la processione del «santo passaggio», così denominata per richiamare idealmente il passaggio delle anime dalla sfera terrena a quella celeste. A causa delle restrizioni anticovid, il corteo si è limitato a percorre il tratto dalla basilica fino a piazza Pontida e ritorno, ed era formato soltanto da alcuni sacerdoti, fra cui il prevosto monsignor Gianni Carzaniga, e un gruppo di laici.

«Il mese di agosto si apre con il Perdono d’Assisi — ha esordito il vescovo all’omelia —, che è una ricorrenza che spalanca il cuore alla speranza. Non finiremo mai di ringraziare San Francesco per aver ottenuto dal Signore questo dono di amore e misericordia. Agosto per tanti è una pausa per ferie, vacanza e tempo libero. Ma nella nostra città il Perdono è l’inizio di celebrazioni che ci sono molto care e vedono un intreccio speciale tra comunità cristiana, città e territorio». Il vescovo le ha citate con gioia palese. «La solennità dell’Assunta nella basilica di Santa Maria Maggiore, tempio della città a lei dedicato, splendido per arte e storia. La festa dell’Apparizione nel santuario dell’Addolorata in Borgo Santa Caterina, che nella nostra città ha un significato particolare. Poi il 26 agosto la solennità patronale di Sant’Alessandro, che celebrerò in Cattedrale e in questa basilica».

Il vescovo ha poi ricordato l’origine del Perdono d’Assisi: in una visione mentre stava pregando nella Porziuncola, San Francesco ottenne da Gesù Cristo il privilegio del «perdono intero e remissione delle pene a quelli che, pentiti e confessati, verranno a visitare questo luogo». Festa poi estesa nel mondo. «Il peccato è la radice del male, che è malvagità e anche “orgogliosa autonomia”, come diceva San Basilio Magno. Anche noi oggi non siamo immuni da questa autonomia». In pratica, il Perdono d’Assisi offre amore e perdono. «Se è chiaro che il peccato è la radice del male — ha aggiunto il vescovo — è meravigliosa la possibilità di vincere il peccato. Siamo chiamati a un perdono vicendevole che abbracci la vita quotidiana. Come abbiamo letto nel Vangelo, Gesù Cristo fa scandalo quando annuncia il perdono dei peccati. Invece Cristo Crocifisso è verità, giustizia e amore».

Infine, rimarcando il desiderio del perdono del Signore, monsignor Beschi ha citato un passo della Divina Commedia, quando nell’antipurgatorio Dante parla con Manfredi, il re di Sicilia scomunicato che piange per i propri peccati, chiede preghiere e ha fiducia totale nel perdono di Dio. «Dobbiamo provare profonda gioia per il dono del perdono e della misericordia — ha concluso il vescovo —. E la nostra preghiera raggiunga i nostri cari defunti».

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