I nubifragi al Nord, gli incendi al Centro-Sud. Danni enormi causati dai cambiamenti climatici e dall’uomo

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“Sale a decine di milioni di euro il conto dei danni nelle campagne in una pazza estate l’ultima perturbazione che ha investito a macchia di leopardo le regioni del Nord Italia con violenti nubifragi e grandinate”.

Lo evidenzia il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che ha distrutto interi raccolti di mais, frutta e ortaggi ma anche i pascoli in alpeggio e i pregiati ulivi Dop dei Laghi Lombardi. “Se in Piemonte in provincia di Cuneo a Verzuolo la violenza dei chicchi ha addirittura distrutto un impianto antigrandine a Villafalletto – sottolinea la Coldiretti – sono stati necessari i trattori per pulire la strada dalla grandine, mentre in Lombardia, nel comasco, nel Lario nella zona di Lenno, si contano perdite del raccolto fino all’80% negli uliveti delle aziende colpite. E in Val Brembana – precisa la Coldiretti – prati e pascoli sono stati imbiancati dalla grandine con gravi problemi per il taglio dei prati e il pascolamento in alpeggio”.

Un’estate segnata fino ad ora da 789 eventi estremi tra bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e temporali violenti lungo tutta la Penisola, secondo l’analisi Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). E tra gli eventi estremi – precisa l’associazione – sono praticamente triplicate le grandinate con 11 tempeste di ghiaccio al giorno dall’inizio dell’estate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “La caduta della grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché si abbatte sulle colture prossime alla raccolta con danni irreversibili che fanno perdere un intero anno di lavoro”.

Gli incendi al Centro-Sud

“Il caldo anomalo e la mancanza di pioggia favoriscono nel Centro-Sud il divampare di roghi, dalla Sicilia alla Sardegna, dal Molise alle Marche fino all’Abruzzo con migliaia di ettari di macchia mediterranea, pinete, boschi e ulivi andati a fuoco”.

Coldiretti evidenzia come le temperature tropicali e l’assenza di precipitazioni nel Mezzogiorno favoriscano il propagarsi delle fiamme e aiutino i piromani. “Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati”.

Secondo l’associazione, il divampare delle fiamme è favorito dal “clima anomalo”, ma a preoccupare – continua la Coldiretti – è proprio “l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente”. “Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – evidenzia – manca l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio”.