“Certo che ho paura, ma mi piace superarla”, un passo alla volta

“Tranquilla mamma, certo che ho paura, ma mi piace superarla”.

Da dove prenda tutto questo coraggio proprio non me lo spiego. Fatto sta che a me basta guardarlo mentre sgancia un moschettone per attaccarne un altro e poi procedere alto alto tra gli alberi perché mi vengano i brividi. Fortuna che una volta arrampicavo. In realtà l’altezza mi ha sempre fatto paura, combattevo le vertigini cercando di aggirare l’ostacolo e di giungere alla meta senza pensare a ciò che stavo facendo. Magari anche chiudendo gli occhi. Però il coraggio…beh, il coraggio è un’altra cosa e non è mai stato il mio forte.

“Prima una mano e poi l’altra, capito Tommy?! Fai con calma! Ci arrivi fino a lì?!”. Mi giro e vedo il ragazzo del Parco Avventura che mi guarda tra il tenero e lo scocciato. Mi riprometto di smetterla, anche solo per non far fare a mio figlio figuracce. Così inchiodo zitta zitta gli occhi su di lui, mentre posa attento un piede davanti all’altro sul ponte traballante, mentre sale, mentre si lancia con la carrucola. Non sorride, è serissimo, super prudente e attento a ciò che fa. Ogni tanto mi lancia un’occhiata.

“Visto che roba? Sai come faccio? Mi concentro tantissimo su ogni gesto. Sui moschettoni, sulle corde, sulle mie mani. Penso a quello che devo fare e lo faccio, così vado avanti”.

“Ti diverti?!”

“Sì, mi diverto un sacco. Mica c’è bisogno di ridere per divertirsi. E’ un po’ come se ad ogni ostacolo che supero vincessi una gara. E’ bello. E dopo lo rifaccio anche”.

Già. Hai ragione Tommy. Ammiro la tua capacità di saper procedere lento ma sicuro, un passo alla volta, con la consapevolezza che se hai ben in mente dove vuoi arrivare ci arrivi per gradi, fiero di ogni risultato intermedio raggiunto. Sempre.