Afghanistan, sessione straordinaria Cei: “Appello a promuovere corridoi umanitari e sanitari”

Un confronto sulle “molte questioni ancora aperte”. È quello che ha visto protagonista la Presidenza della Conferenza episcopale italiana. I vescovi si sono riuniti ieri pomeriggio in sessione straordinaria online. SI sono concentrati in modo particolare sulla situazione relativa agli insegnanti di religione cattolica. Ha affrontato anche il dibattito sul fine vita, la crisi umanitaria in Afghanistan, il sisma che ha colpito Haiti.

La Presidenza ha ribadito “la profonda stima dei vescovi per i docenti di religione cattolica; è stato rinnovato l’impegno per una sollecita interlocuzione istituzionale, positiva ed efficace, diretta particolarmente alla valorizzazione di coloro che da tanti anni svolgono questo servizio”.

Attualmente, si legge nella nota della Presidenza, c’è “una situazione complessa e diseguale nelle Regioni e nelle Diocesi italiane. Per questo viene vista con molta fiducia la prossima apertura di uno specifico tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione. Importante l’impegno del Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica a tenere un costante dialogo con tutti i soggetti interessati”.

Corridoi sanitari per i profughi dall’Afghanistan

“Angoscia per la gravissima crisi umanitaria dell’Afghanistan”. La Presidenza della Cei, riunitasi ieri pomeriggio in sessione straordinaria online, ricorda in una nota “come sempre avviene in queste situazioni, a pagare il prezzo più alto sono i più deboli: gli anziani, le donne e i bambini”.

Da qui “l’appello all’Italia e alle Istituzioni europee a fare il possibile per promuovere corridoi sanitari e umanitari”.

Quindi il richiamo alle parole del Papa, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 15 agosto. “Vi chiedo – ha detto – di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo.

Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case. A vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”.

Haiti, preghiera per le vittime del terremoto. Un milione dall’8xmille

La Presidenza della Cei, riunitasi in sessione straordinaria online, invita a pregare domenica 22 agosto, in tutte le parrocchie, per la pace in Afghanistan. La seconda intenzione, altrettanto importante, è per le vittime del terremoto di Haiti.

Qui il sisma di sabato scorso ha provocato numerosi morti, feriti e ingenti danni materiali. Caritas Italiana si trova nel Paese dal 2010, dopo che un altro grave sisma di magnitudo 7.0 colpì la capitale Port-au-Prince. Aveva causato più di 200.000 vittime.

Da allora è costantemente presente con i propri operatori. Sostiene la Caritas nazionale e le Caritas diocesane e parrocchiali con interventi di emergenza e ricostruzione. Ma garnatisce soprattutto un accompagnamento volto allo sviluppo di capacità locali.

La Presidenza Cei ha deciso di stanziare un milione di euro dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per l’emergenza haitiana.

La somma servirà a finanziare, attraverso Caritas Italiana, interventi efficaci per rispondere alle numerose nuove necessità.

Chi soffre va aiutato. Scegliere la morte è una sconfitta

“Grave inquietudine” per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese. 

L’ha espressa in una nota la Presidenza della Conferenza episcopale italiana, riunitasi ieri pomeriggio in sessione straordinaria online: “Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita.

Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”.

“Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire”, prosegue la nota, ma “‘il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta’ (Samaritanus bonus, V, 2)”.