Le vittorie degli atleti paralimpici a Tokyo: il coraggio di sfidare l’impossibile

Se gli atleti paralimpici dovessero scegliersi un patrono, potrebbe essere San Francesco d’Assisi: “Cominciate col fare ciò che è necessario – diceva -, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Per chi deve convivere con una disabilità “sfidare l’impossibile” fa parte della routine quotidiana.

C’è una storia esemplare dietro ognuna delle 48 medaglie conquistate dall’Italia nelle Paralimpiadi di Tokyo. Gli atleti italiani hanno battuto il record di 39 medaglie conquistate a Rio, ma al di là dei traguardi sportivi hanno offerto un messaggio di coraggio e resilienza di cui, in un periodo come questo, si sente un grande bisogno.

Lo sport come strada per superare gli ostacoli della vita

La pandemia ci ha costretti a riscoprire e ad affrontare la nostra fragilità, gli atleti delle Paralimpiadi mostrano che si possono trovare modi sempre nuovi per superarla. Loro lo fanno grazie allo sport.

Quello che conta, in pista, è dare il meglio di sé: e lo stesso vale nella vita. Non importa quanto grandi siano gli ostacoli. “Da’ al mondo il meglio di te – scrive Madre Teresa di Calcutta -, e forse sarai preso a pedate: non importa, da’ il meglio di te!”.

“Start your impossible” dice uno degli spot pubblicitari che circolano con insistenza in questi giorni in coincidenza con le trasmissioni televisive in diretta da Tokyo, associato all’immagine di Bebe Vio. È solo uno slogan che a molti potrebbe sembrare “facile” e “d’effetto”.

Sfidare l’impossibile. Un invito ad avere fiducia in sé e negli altri

Allo stesso tempo, però, è un invito che vale per tutti a non arrendersi, a non lasciarsi scoraggiare, a non soccombere di fronte ai limiti, ad avere fiducia in sé e negli altri.

Le Paralimpiadi sono un evento straordinario, che accade una volta ogni quattro anni. Sarebbe bello che il messaggio che trasmettono continuasse ad essere efficace nella vita di tutti i giorni, che cambiasse lo sguardo delle persone verso se stesse, verso gli altri e verso il mondo.

Ci piacerebbe che contribuisse a innescare un vero cambiamento culturale, capace di produrre processi concreti di trasformazione a partire dalle piccole cose, come i parcheggi riservati e le barriere architettoniche, e un clima generale di rispetto verso le piccole e grandi differenze. Ne avremmo tutti un gran bisogno.