Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Affidarsi e fare della propria vita un dono

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì”

(Matteo 25, 14-30)


Ciascuno di noi è in possesso di incredibili doni, di meravigliosi talenti: primo per importanza e
comune a tutti quello della vita. Indipendentemente dal fatto che si creda o meno, ci ritroviamo a vivere in questo mondo, in questo tempo, senza averlo scelto; avendo a disposizione ciascuno in diversa misura predisposizioni e capacità che gratuitamente abbiamo ricevuto.

Siamo detentori di un tesoro che ci è stato affidato con fiducia.
Un tesoro che, in quanto tale, non va sprecato facendo l’errore di sotterrarlo e custodirlo gelosamente per paura di perderlo, per pigrizia o perché si teme il giudizio degli altri. Questo tesoro, che è poi la nostra vita con tutta la sua ricchezza, ha bisogno invece di essere messo a frutto, e per fare ciò deve essere condiviso, fatto dono; ha bisogno addirittura di “morire”, come fa il seme quando germoglia, affinché “produca molto frutto”.
Ma come rendere la propria vita feconda? 

Credo che uno dei segreti stia nell’affidarsi all’altro, nel provare a lasciarsi guidare da qualcosa di più grande. Un po’ come quando nello sport gli atleti ricevono istruzioni dal proprio coach: solo mettendo in pratica i consigli di qualcun altro, di cui si fidano, solo sperimentando le sue preziose
indicazioni essi possono crescere, possono migliorare. Inoltre, se diventa più bravo il singolo, ciò si ripercuote positivamente su tutta la squadra. Così anche nella vita: condividere l’amore che abbiamo ricevuto fa davvero bene a chi ci circonda. Nascondersi invece, rimanere chiusi in sé stessi per timore di sbagliare, ci impedisce di progredire.

La paura di fare errori spesso blocca, ma come dice un famoso detto popolare “sbagliando si impara”.  Ognuno, nessuno escluso, ha a disposizione, in numero diverso e di diversa misura a seconda delle proprie caratteristiche, ma sempre sufficiente, colori e pennelli per “fare della propria vita un vero capolavoro”.

Francesca Avogadro