Alice Walker e la lotta contro l’ingiustizia sociale: “Le parole possono trasformare il mondo. La scrittura per me è servizio”

La resistenza, il coraggio, la lotta contro l’ingiustizia sociale. Sono i temi più importanti dell’opera di Alice Walker, scrittrice e attivista americana, intervenuta nei giorni scorsi in diretta streaming al Festivaletteratura di Mantova. Nel tempo della pandemia i suoi testi si sono impregnati anche del desiderio di rinascita e di una nuova, più forte vittoria contro la fragilità.

Al centro del processo di trasformazione che segna il percorso dei personaggi della Walker c’è sempre l’esperienza di una forte consapevolezza di sé.

“Mi sembra che ognuno di noi covi dentro di sé in qualche misura il desiderio di trasformare il mondo e ritengo che dobbiamo impegnarci a farlo. E per cominciare dobbiamo cambiare noi stessi radicalmente. Questa è una lunga battaglia alla conquista di una nuova consapevolezza”.

E come si intraprende? Secondo Alice Walker, autrice fra l’altro del celebre “Il colore viola”, “bisogna imparare a muoversi verso ciò che ci attrae e che ci induce a metterci in cammino. Questa è la via da seguire anche per aiutare chi ci sta intorno e che ci dona una certa serenità. 

Una delle doti più apprezzate della scrittrice è la capacità di dosare bene dramma e humour, equilibrando il tono della narrazione e lo sguardo che proietta sui personaggi. 

“Mi sento incessantemente travolta dalla gioia di essere viva in questo universo. La vita stessa mi sembra una cosa così prodigiosa e affascinante. Per questo lavoro così sodo e mi impegno tanto nella scrittura, per cercare di condividere con chi mi legge la considerazione che le persone si danneggiano da sole, e così facendo danneggiano anche tutto ciò che le circonda. Quando si danneggiano così si privano anche di questa gioia che io avverto. Se si è depressi e oppressivi è impossibile trovare serenità e pensieri felici”. 

Alice Walker si è impegnata nella comunicazione anche di temi faticosi e delicati come – per esempio  – la mutilazione genitale delle donne in alcuni Paesi africani.

“Il lavoro che svolgo mi dà molta soddisfazione ma non è pre questo che mi impegno tanto – sottolinea – penso che scrivere e parlare possa avere effetto su queste situazione, sensibilizzare le persone verso crimini che vanno contro il genere umano nella sua interezza”. 

Per la scrittrice americana la scrittura non può essere mai fine a se stessa: “Quando scrivo mi chiedo sempre se ciò che sto facendo possa essere utile a qualcuno. E se mi accorgo che per qualche motivo non è così, mi fermo. Meglio restare in silenzio quando non si ha niente di importante, di necessario da dire”.