Le ripartenze, la vita incasellata e la voglia d’autunno

Settembre è per me il mese del “no, non sono pronta”. Non sono pronta alla lista infinita di materiale scolastico che ti viene consegnata il venerdì sera e dev’esser pronta per il lunedì mattina. I quaderni a righe e a quadretti, i pastelli, i pennarelli, le forbici, la scorta di colla, le cartellette, i righelli, il diario, l’album, i quaderni “strappafogli” da comprare, i libri da ricoprire, le copertine rosa, marrone, blu, arancione, trasparente, bianca, verde, viola, blu una per ogni materia che già così non ne puoi più. Per ciascun figlio un elenco completamente diverso.

Lo zaino? Teniamo quello sfasciato dello scorso anno, ovviamente. “Quest’anno però mamma dovrò fare le scale, la seconda A è al piano di sopra”, “In effetti questo zaino pesa più di te ma fa niente Alice, qualcuno avrà pietà e ti aiuterà a issarlo su per le tre rampe di scale”.

“Mamma, hai chiamato per il calcio? Però forse vorrei fare atletica…”. Eh già, perché le ripartenze avvengono tutte in contemporanea. Pronti via, due volte a settimana c’è pure l’allenamento di Tommaso. “Ma ad Alice non fai fare nulla, poverina? Io alle mie figlie faccio fare due sport e pure pianoforte”, mi fa notare un’amica. Ma io sono una mamma brutta, cattiva e pure sconsiderata. Faccio tesoro della pigrizia di mia figlia che, sopravvissuta a otto ore di scuola, quando la vado a prendere vuole solo congedarsi dal mondo che corre, staccare il cervello, coccolare il suo Orso, leggere i libri presi in prestito in biblioteca, magari pure schiacciare un pisolino.

“Silvia, non ci vieni in palestra? Guarda che se una cosa la vuoi davvero poi la fai, è solo questione di organizzazione”. E infatti io non so organizzarmi, alzo bandiera bianco e no, nemmeno per la palestra sono pronta. Che poi qualcuno deve spiegarmi perché per tre mesi tutto va al rallentatore e poi all’improvviso, appena scatta l’1 settembre, si pesta sull’acceleratore. Ma una via di mezzo no?!

Fatto sta che, come tutti, alla fin fine anche io mi adeguo. Alle corse al mattino per portare i bimbi a scuola, ai mille impegni che tornano a bussare, al lavoro che si accavalla, a una vita incasellata. Resto comunque irrimediabilmente casinista e disorganizzata, settembre passerà, arriveranno le castagne e i melograni, le foglie gialle e rosse a dipingere gli alberi. E anche il sole un po’ si stancherà. No, non sono pronta all’estate che se ne va. Ma tra una corsa e l’altra penso che ho voglia d’autunno, di nuovi equilibri, di colori caldi, di cose avviate, di pause capaci di ristorare, di ritmi più umani sui quali misurare il tempo che va.