La sfida di educare: non solo trasmettere nozioni ma creare relazioni. Percorsi e proposte

Tornano le proposte di lettura della Biblioteca diocesana. Questa settimana il titolo in esame è La domanda educativa. Percorsi pedagogici e proposte didattiche ” (Feltrinelli) di Enrico Garlaschelli e Barbara Rossi.

Il saggio di Enrico Garlaschelli e Barbara Rossi pone, in prospettiva storica, alcuni interrogativi sul valore della pedagogia contemporanea e sul compito educativo in un’epoca caratterizzata dalla tecnicizzazione dei saperi e dalla delegittimazione di qualsiasi orizzonte trascendente in cui, tuttavia, il soggetto e la sua educazione risultano quanto mai al centro dell’attenzione collettiva.  

Uno strumento per riflettere su pedagogia e didattica

L’esperienza pratica degli autori, docenti di pedagogia e didattica, rende questo libro un utile strumento per riflettere sul ruolo educativo di insegnanti e formatori, chiamati sempre più a rispondere alle complesse sfide dell’“emergenza pedagogica” della postmodernità. 

La copertina del volume

Nella prima parte del saggio si sottolinea il carattere storico della pedagogia, un aspetto che ne definisce di volta in volta gli obiettivi educativi all’interno di esperienze pratiche e che di fatto rende inefficace l’applicazione meccanica e neutrale delle metodologie didattiche in un’ottica puramente funzionalista. Al contrario, sostengono gli autori, l’educazione, al pari della medicina, non può considerarsi solo come un insieme di procedure tecniche e di nozioni da impartire, ma deve essere intesa come un evento educativo trasformativo e relazionale. 

Oltre la trasmissione di contenuti: una possibilità di incontro

Nella seconda parte del saggio, gli autori approfondiscono proprio il tema dell’azione educativa e pedagogica di una didattica che ormai supera il concetto di trasmissione di contenuti, per diventare possibilità dell’incontro, in vista di un apprendimento attivo, situato e significativo. A livello pratico, la progettazione didattica e l’esperienza di apprendimento in classe, di cui gli autori forniscono alcuni esempi concreti, dovrebbe essere declinata in base a specifici compiti in situazione, tenendo ben presente gli elementi di contesto, le metodologie più adeguate e gli obiettivi finali, all’interno di una progettualità esistenziale che valorizzi responsabilità e creatività. 

L’invito è dunque quello di porre la relazione educativa al centro della form-azione degli alunni, intesa come trasformazione dinamica all’interno di un orizzonte di senso, senza il quale non avrebbe significato parlare di formazione specificatamente umana.
Chiara Maino