Non perdono una Messa, ma poi trattano male i vicini. Suor Chiara: la testimonianza dei cristiani è nella vita di ogni giorno

Buongiorno suor Chiara, sono rimasta colpita da un fatto: ci sono persone che sono puntuali nella partecipazione alla Messa e ai sacramenti e in parrocchia magari si impegnano come catechiste ma poi a casa loro diventano intolleranti e tormentano i vicini per qualunque minuzia. Si può essere cristiani a compartimenti stagni? Grazie per la sua risposta

Lorena

Cara Lorena la sfida della nostra fede è quella di offrire una testimonianza semplice e trasparente, credibile, di una vita in cui il Vangelo permea tutto il vissuto personale e diventa annuncio dell’amore che Dio ha per ogni suo figlio.

Tradurre il Vangelo nella vita quotidiana

Non è facile, perché siamo tutti fragili e peccatori, ma con la grazia del Signore possiamo cercare di seguirlo ponendo i nostri passi nei suoi. Il Signore non vuole dei “servitori” che offrano prestazioni a tempo, ma degli amici con i quali condividere tutta la vita, la propria esperienza, il vissuto semplice e quotidiano arricchito dalla sua presenza che dà sapore all’esistenza.

Lui non risponde alle nostre attese miracolistiche, non ci esime dalla fatica del vivere, a volte anche dalla sofferenza, ma la porta con noi, è il Dio con noi.

Il rischio purtroppo, è presente nella vita dei cristiani è quello che tu denunci: vivere a compartimenti stagni! In chiesa o negli ambienti parrocchiali si è persone molto devote e impegnate, ma a casa o sul lavoro si diventa rigidi, intolleranti, giudicanti.

Non basta andare a Messa. Lasciarsi trasformare

Si ascolta la Parola di Dio, si vive una vita sacramentale, si dice di credere al Vangelo illudendosi di essere cristiani, ma senza un reale coinvolgimento della propria esistenza in un cammino di trasformazione.

Si prega magari anche molto, senza che si cambi il modo di pensare, di vivere un’obbedienza esistenziale che converta il modo di stare nella vita e dentro la realtà, di vivere le relazioni familiari o lavorative.

Purtroppo si assiste spesso a persone un po’ “scisse” che in parrocchia sono impegnatissime, ma a casa non fanno nulla e sono intolleranti.

Forse è il segno di una certa “mondanità spirituale” espressione di una cultura dell’effimero, dell’apparire, che porta inevitabilmente all’orgoglio, alla vanità e alla prepotenza, al credersi migliori degli altri, nascondendosi dietro la facciata di una religiosità che si fa impegno e servizio, ma che esalta solo il proprio io.

Lo stile cristiano si realizza negli incontri e nelle relazioni

La verifica dell’autenticità della nostra fede non sta tanto o solo negli impegni che assumiamo, pur lodevoli e necessari, ma nello stile con cui li viviamo, nella modalità relazionale con la quale ci poniamo dentro o fuori casa.

Lo stile del servizio che Gesù ci ha insegnato, è il donare la vita senza nulla pretendere né trattenere, ma donare tutto gratuitamente.

Il cambiamento d’epoca che stiamo vivendo ci provoca come credenti perché ci chiede ragione della fede in cui crediamo dentro una testimonianza credibile e affidabile di persone che non solo vanno a Messa ma trovano nel Vangelo un punto di unità e identità.

“Gesù indica la strada per essere pienamente umani”

Chi accoglie il Signore Gesù non accoglie solo un Dio generico in cui credere, ma il Figlio di Dio che si è incarnato, è divenuto uomo, è morto e risorto per noi, per salvarci. Egli ci ha insegnato la via per divenire pienamente umani, perché lui è l’uomo perfetto a cui guardare per diventare pienamente persone.

Gesù, incarnandosi, ha assunto tutta la vita, il reale, come via di santificazione e testimonianza della vita buona scaturita dalla Pasqua.

Cara Lorena è necessario fare verità su ciò che pensiamo, crediamo e viviamo; lasciarci interrogare sull’autenticità della nostra vita cristiana; crescere nella consapevolezza di ciò che ci muove veramente per chiederci se cerchiamo di vivere secondo il Vangelo e non secondo il nostro io camuffato di religiosità.

Mettersi in discussione, convertire il cuore

È necessario lasciarci smascherare e convertire il cuore e la mente per aprirci al Dio vivente! Questo è possibile per dono di Dio e dentro un’autentica vita spirituale, una vita nello Spirito, che crea in noi un cuore nuovo, e ci ammaestra a vivere secondo il Vangelo e non secondo il pensare degli uomini. Il cammino chiede di lottare contro le nostre inclinazioni egoistiche o le nostre pretese, ma il Signore ci garantisce che la lotta porta alla vera libertà di essere figli di Dio. Buon cammino!