Immersi nella natura selvaggia per riscoprire la fragilità dell’uomo. “Physis” di Cristian Rota

Physis per i filosofi presocratici era “principio e causa di tutte le cose”. Secondo il fotografo bergamasco Cristian Rota è una prospettiva per raccontare la natura, spingendosi negli angoli più remoti e lontani della Terra, alla ricerca dei luoghi che “salvano”, facendoci tornare uomini “fragili”.

Uomini piccoli di fronte a una realtà più grande. Una realtà così potente da mettere in dubbio la nostra visione antropocentrica, facendoci avvertire la forza creatrice e distruttrice della Natura, che agisce indipendentemente da noi.

Le immagini esposte nell’ambito di “Fotografica” al Monastero del Carmine sono il frutto di viaggi compiuti dal 2014 a oggi da Cristian Rota, che di professione fa l’agronomo, e nella fotografia infonde la sua passione per l’ambiente naturale.

Il senso profondo del rapporto tra uomo e natura

“Il filosofo greco Eraclito riusciva a trasmettere nei suoi frammenti un senso più profondo del rapporto tra uomo e natura rispetto a quello che intendiamo noi oggi, cogliendo qualcosa di più profondo, il “logos” che è nella natura stessa, mentre oggi abbiamo con essa e con l’ambiente un rapporto di tipo prevalentemente economico e utilitaristico”.

La conoscenza per Cristian nasce dal viaggio: “Ci vogliono soste lunghe per catturare l’immagine giusta. Bisogna trascorrere intere giornate nell’attesa e nella contemplazione, pronti a cogliere il posto perfetto e il momento giusto. Quando si è impegnati in questo la dimensione del tempo cambia. È un modo per allenare contemporaneamente la pazienza e lo sguardo”, oltre ad altri, insospettabili muscoli dell’anima.

Ogni foto descrive uno sguardo e un’attesa

Ogni foto ha una storia e descrive un’attesa, suggerendo anche un’osservazione attenta, accurata e meditativa del contesto. Vale la pena di cercare quella saletta defilata del Monastero del Carmine, al primo piano, in mezzo ad altre – diversissime – periferie. Le immagini di Rota sono esposte, accompagnate da un affascinante filmato, in un luogo raccolto, adatto a indurre anche nell’osservatore un’attitudine meditativa.

Nella Louisiana, sulle rive del Mississippi, Cristian ha scoperto la bellezza dei cipressi calvi e della Spanish Moss, una pianta dalle fronde d’argento che ricorda le lunghe barbe dei conquistatori spagnoli (da cui prende il nome) e cresce in simbiosi con gli alberi ai quali si aggrappa.

Le Gru della Manciuria sull’isola di Hokkaido

Nell’isola di Hokkaido, in Giappone ha catturato la danza delle Gru della Manciuria, uccelli rari che vivono in coppia per tutta la vita: “È stato un momento molto emozionante. Abbiamo aspettato per tutto il giorno, nevicava e questo ha cambiato completamente l’atmosfera e i colori del paesaggio, creando un’indescrivibile magia”.

C’è una volpe che sembra dipinta ad acquarello, invece è vera, cammina leggera e silenziosa in mezzo alla neve, ai margini del bosco, facendoci percepire con certezza che “il mondo – conclude Rota – non è nostro come crediamo, noi siamo ospiti, la storia prosegue anche dove noi non ci siamo, anche senza di noi”.