In cammino verso “una Chiesa diversa”. Suor Chiara: anche la famiglia può avere “un volto sinodale”

Vaticano, 10 ottobre: Papa Francesco presiede la messa di apertura del Sinodo sulla sinodalità
Vaticano, 10 ottobre: Papa Francesco presiede la messa di apertura del Sinodo sulla sinodalità

Buongiorno suor Chiara. Aprendo il Sinodo Papa Francesco ha detto che “Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa”. Secondo lei che cosa intende? In che cosa è così importante che sia diversa? Come possiamo cogliere i suggerimenti di cambiamento che arrivano dal Papa nella nostra vita quotidiana?

Massimo

Caro Massimo, i tuoi interrogativi non sono di facile risposta e ti ringrazio per l’opportunità che mi hai donato di riflettere su questo tema. 

Innanzitutto la frase citata da papa Francesco nel suo discorso a conclusione del momento di riflessione sul percorso sinodale è un’espressione presa in prestito da padre Yves Congar: “Non un’altra Chiesa, ma una Chiesa diversa”.

Mettersi in ascolto con umiltà, camminando insieme

Che cosa significa? Per comprenderla meglio e più in profondità riascoltiamo un piccolo brano tratto dal suo discorso: «E per una Chiesa diversa, aperta alla novità che Dio le vuole suggerire, invochiamo con più forza e frequenza lo Spirito e mettiamoci con umiltà in suo ascolto, camminando insieme, come Lui, creatore della comunione e della missione, desidera: con docilità e coraggio”. 

Queste parole ci fanno comprendere che questo straordinario evento “dal basso” si propone innanzitutto di costruire una Chiesa che sia una comunità aperta, disponibile a camminare insieme, ad ascoltarsi vicendevolmente e ad ascoltare; tre infatti sono, infatti, i verbi che caratterizzano questo itinerario spirituale: incontrare, ascoltare e discernere.

Sì, perché «Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio».

Scombinare le carte e i percorsi già tracciati

Protagonista insostituibile di questo cammino ecclesiale è, perciò, lo Spirito! È Lui che apre alla novità, scombina le carte del “si è sempre fatto così”, butta all’aria le nostre pseudo sicurezze, apre cammini nuovi, impensati, inediti e ci butta letteralmente in strada, a fianco degli uomini, soprattutto degli ultimi e dei diseredati, per annunciare loro la speranza e la gioia del Vangelo. È lo Spirito che ci illumina, ci inquieta, spronandoci ad individuare una nuova pastorale che incroci l’uomo contemporaneo, là dove egli vive realmente. 

A questo proposito, il papa ci ha indicato due atteggiamenti interiori necessari, senza i quali tutto questo è semplicemente impossibile: l’invocazione forte e perseverante dello Spirito santo e l’ascolto umile e obbediente delle sue ispirazioni.

«Sia questo Sinodo un tempo abitato dallo Spirito! – ha detto – (…) Perché dello Spirito abbiamo bisogno, del respiro sempre nuovo di Dio, che libera da ogni chiusura, rianima ciò che è morto, scioglie le catene, diffonde la gioia».

Superare ogni forma di individualismo e di sterilità

Invochiamolo anche noi personalmente o comunitariamente! Impareremo lentamente a camminare insieme, a superare ogni forma di individualismo, di sterilità, a dialogare fraternamente condividendo le responsabilità ecclesiali, senza cedere al clericalismo; coltivando il dialogo tra gruppi della medesima comunità, impegnandoci a lavorare insieme tra preti e laici, tra sacerdoti e religiosi, tra confessioni diverse tra religioni e riti differenti, tra rappresentanti dei molteplici movimenti che lo Spirito ha suscitato in questi ultimi decenni, fino a giungere all’universalità della nostra fede.

Anche la famiglia può assumere un volto sinodale

Anche come famiglia possiamo assumere un volto sinodale, allargando i confini del nostro “piccolo mondo” e aprendoci al territorio, coltivando relazioni di buon vicinato e di prossimità, impegnandoci a dare il nostro piccolo contributo perché la nostra casa non sia solo, come si suol dire, un “albergo”. Pure nel mondo del lavoro possiamo dare un’impronta sinodale, collaborando con passione con i propri colleghi, rifiutando ogni genere di illegalità e di compromessi. Così come nell’ambito scolastico, del tempo libero, della sanità. Niente della nostra vita personale, ecclesiale e sociale è esclusa da questo cammino sinodale!

Caro Massimo come vedi non mancano le opportunità e le occasioni perché questo itinerario spirituale coinvolga e migliori la tua esistenza.

Buon cammino!