Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Una eccezionale normalità

A volte penso a quando mi si diceva che, per capire qual è la tua vocazione, bisogna essere obiettivi e giudicare se quel che abbiamo scelto ci fa contenti, perché Dio chiamò ad essere felici.

Io penso proprio di non aver dubbi: sono nata per stare con te, perché questo mi fa felice più di ogni altra cosa, per avere dei figli con te, e per dar gloria a Dio in questa nostra felicità.

(M.Cristina Cella Mocellin, Lettera del 10 luglio 1995 al marito Carlo)

Un’infanzia serena in famiglia, l’oratorio che ad un certo punto diventa anche quel luogo in cui spendersi nella catechesi e nell’animazione per i più piccoli, il liceo, le vacanze, la malattia, l’università, e poi l’occasione per uscire da sé e aprirsi all’altro nel fidanzamento, nel matrimonio, e coi figli…

Molti di noi probabilmente si riconoscono in queste poche righe…Forse è più difficile riconoscere dentro a tanta ordinarietà l’occasione per vivere la santità. 

La vita come occasione per mettersi nelle mani di Dio

Eppure i santi sono proprio quelle persone che giorno dopo giorno hanno imparato a valorizzare ogni avvenimento della loro vita leggendolo come l’occasione per mettersi nelle mani di Dio.

Non parliamo allora di straordinarie qualità personali, ma di personale risposta a un’opera di Dio. Non è la propria forza, quella su cui conta il Santo, non è la propria sapienza, ma il forte è Dio, la sapienza è la Sua.

Il Santo è colui che ha imparato ad appoggiarsi a Dio, a sbilanciarsi su di Lui, a credere alla Sua capacità anziché alle proprie, alla Sua Provvidenza anziché provvedere autonomamente a se stesso.

Fondamentalmente, la santità è aprirsi a Dio! Nella quotidianità! Nell’infanzia serena in famiglia, nell’oratorio che ad un certo punto diventa anche quel luogo in cui spendersi nella catechesi e nell’animazione per i più piccoli, al liceo, nelle vacanze, nella malattia, nell’università, e poi nell’occasione per uscire da sé e aprirsi all’altro nel fidanzamento, nel matrimonio, e coi figli…

Questa è stata anche la vita, eccezionalmente normale, di Mariacristina Cella Mocellin, giovane madre di Cinisello Balsamo, nata al cielo a 26 anni il 22 ottobre del 1995 e dallo scorso 30 agosto riconosciuta a tutti gli effetti dalla Chiesa Cattolica come nuova “Venerabile”.

La scelta di donare la vita per accogliere la vita

Quando scopre di essere incinta del suo terzo figlio, la recidiva del sarcoma apparentemente sconfitto 5 anni prima la pone, insieme al marito Carlo, di fronte a una scelta: sottoporsi da subito alle cure mettendo in pericolo la vita di Riccardo, oppure rimandarle per salvarlo. Mariacristina, insieme a Carlo, decide di donare la vita per accogliere la vita. 

Forse non ci capiterà di trovarci di fronte a questo bivio, però sicuramente ogni giorno facciamo i conti con la stessa domanda: sto dando la vita per qualcuno? Sto donando a qualcuno la possibilità di crescere e di essere felice? Oppure agisco per salvare me stesso, me stessa?

Santità è fidarci di Dio, che ci promette di farci risorgere ogni volta che accettiamo di lasciarci crocifiggere perché un altro viva.