Sotto il Monte, il vescovo dà il via al cammino sinodale: “Ascoltare è un grande servizio”

“Siamo abituati ad accogliere tanti pellegrini in mezzo a noi, oggi abbiamo un pellegrino d’eccezione”. Così il parroco di Sotto il Monte monsignor Claudio Dolcini ha accolto mons. Francesco Beschi nella Santa Messa di apertura del cammino sinodale nella nostra diocesi, celebrata domenica 17 ottobre, all’interno della tappa del pellegrinaggio pastorale del Vescovo. Si intrecciano così due cammini con cui la Chiesa si apre all’ascolto e che il Vescovo ha voluto celebrare insieme nel paese natale di Papa Giovanni XXIII. “La nostra parrocchia ha la specificità dell’accoglienza – ha continuato don Claudio in apertura alla celebrazione -. Siamo come una fontana a cui tutti possono dissetarsi e in cui c’è spazio per tutti. Non ne facciamo un vanto ma ne siamo orgogliosi”.

Pensare al bene degli altri: mettersi a servizio

Nell’omelia il Vescovo Francesco si è rivolto in modo particolare ai bambini e ai ragazzi del catechismo che riempivano i primi banchi della chiesa, indirizzando loro parole d’affetto: “Guardando voi penso a come Gesù vi vuol bene”.

La sua riflessione è partita dalla Parola domenicale. “L’insegnamento che abbiamo sentito nel Vangelo è un po’ speciale: se vogliamo essere grandi, se vogliamo essere i primi, dobbiamo diventare dei servitori. È qualcosa di strano: nessuno vuole essere un servo. Molte volte se ci viene chiesto un servizio, un aiuto, noi sentiamo istintivamente di tirarci indietro. Gesù ci dice che se vogliamo essere suoi discepoli dobbiamo esercitarci nel servizio: non pensare solo a sé stessi e al proprio bene, ma al bene degli altri, di chi ci è vicino: famigliari, vicini di casa, compagni e colleghi, persone del mio paese. Non si tratta solo di aiutare chi vive lontano e soffre la fame o la guerra, ma di cominciare dal servizio di ogni giorno alle persone che ci sono vicine, avvicinandoci con disponibilità e discrezione”.

Seguire l’esempio di Gesù: dare la vita per servire

Il Vescovo ha insistito sulla gioia donata dallo stile del servizio. “Quando si diventa grandi, e soprattutto vecchi, si ha l’impressione di non servire più a niente, di essere persone inutili, e di questo si è tristi, ci dispiace. Gesù ci dice che dal mettersi in servizio viene la gioia della vita. Se uno serve perché è costretto, non ha nessuna gioia. A volte sono contento perché quando servo l’altra persona mi dice ‘grazie’, ‘come sei bravo’, ‘se tutti fossero come te…’. Ma a volte non ti dicono niente, o anzi ne approfittano o ti disprezzano. È lì che dobbiamo scendere nel pozzo del nostro cuore e dirci che lo facciamo perché ci crediamo, che lo facciamo per Gesù. Quando aiuto una persona, do il mio tempo, faccio un piccolo gesto nella mia famiglia, io metto a disposizione la mia vita. Se non penso a quanto ci guadagno ma al bene che viene dal mio servizio, tutto questo mi avvicina a Gesù, che ha dato la vita per servire”.

Essere una “famiglia bella” dove ci si aiuta a vicenda

Un invito che dai piccoli si è allargato a tutti. Un segno che il Vescovo sta dando al suo pellegrinaggio tra le parrocchie e che caratterizza anche il tema di questo anno pastorale: la famiglia. “Ci sono mille modi per esercitare il servizio. La famiglia bella, che tutti noi sogniamo, nasce dal dono che prende la forma del servizio reciproco. Io sto visitando le parrocchie e le incoraggio ad essere fraterne, ospitali e prossime: un luogo dove io creo fraternità, mettendo qualcosa del mio, e dove le persone che approdano non trovano solo un’organizzazione efficiente, ma una comunità ospitale”.

In conclusione, il Vescovo ha dedicato alcune parole all’introduzione del cammino sinodale aperto da Papa Francesco. “La Chiesa italiana vuole mettersi in ascolto di tutti, anche di chi non frequenta la comunità. Porgersi in ascolto gli uni agli altri è un grande servizio che ci rendiamo. Ascoltiamoci, ascoltiamoci come Chiesa: è un grande servizio”.

Come segno e ricordo della visita, il Vescovo ha infine consegnato ai sacerdoti una corona del rosario, commentando: “Il dono è per loro, ma la preghiera che ne scaturisce è per tutta la vostra parrocchia”. E insieme alla benedizione non è mancato ancora un pensiero per i più piccoli, da cui mons. Beschi si è anche fermato per un saluto dopo la Messa: “Vi ringrazio perché la preghiera di tutti è bella, ma quella dei bambini lo è in modo speciale”